dalla clinica riabilitativa dove mi trovo, in attesa di un migliore recupero della salute, pensandovi con gioia, desidero far giungere a ciascuno di voi un pensiero augurale per la Pasqua e il tempo di speranza che si apre dinanzi.
Evitiamo il lockdown dei sentimenti
Siamo circondati dalla sofferenza e constatiamo fragilità, precarietà, limite, disperazione.
Sospesi tra timore e incertezze, rischiamo il lockdown dei sentimenti che, messi a dura prova, possono essere minimizzati e blindati dalla paura. Pur nella fatica di questi giorni e di un domani incerto e nebuloso, adoperiamoci affinché l'umano si manifesti nella forma più bella, sapendo attingere alla speranza pasquale che ci offre la consapevolezza di non essere più soli in Cristo.
Abbiamo bisogno di comunicarci affetto e solidarietà, attraverso le modalità più consone al cuore, così come ha fatto Gesù con i suoi, all'indomani della Risurrezione. Lui, il Vivente, ci accompagna e si rivela con il linguaggio della tenerezza, della vicinanza e della condivisione.
Gesù parla al cuore, nutre i corpi, dona consolazione e pace.
Se scorriamo i brani evangelici che narrano le apparizioni del Risorto, dal giardino del sepolcro (Gv 20, 1-18) alla riva del lago di Tiberiade (Gv 21,1-19), dal Cenacolo (Gv 20) a Emmaus (Lc 24, 13-35), Gesù comunica la sua presenza coinvolgendosi mediante un linguaggio che tocca e accarezza la vita dei suoi, sino a farla vibrare, trasalire di gioia e cambiare.
La Maddalena rinasce ascoltando il suo nome sussurrato dal Maestro: "Maria"; Pietro vince ogni ritrosia e paura, affrontando l'acqua del lago per raggiungere Gesù, giungendo a dichiarargli il suo amore: "Signore, tu lo sai che ti amo";
Tommaso esplode in una professione di fede, pronunciando parole meravigliose: "Mio Signore e mio Dio"; Cleopa e il suo compagno di viaggio, allo spezzare del pane, riconoscono il Maestro e abbandonano la via della tristezza e dello smarrimento per fare ritorno a Gerusalemme.
La vita, per tutti loro, si fa dono e diviene annuncio del Vangelo che salva.
La Quaresima di Carità è la proposta della
Caritas per il tempo quaresimale.
Alla comunità parrocchiale, a tutti i credenti
e a tutti coloro che sono toccati dal nostro stile
di carità, viene proposto di vivere nella generosità
il tempo penitenziale che ci prepara alla
Pasqua chiedendoci la conversione del cuore
verso Dio e verso i fratelli.
In Caritas stiamo affrontando molte difficoltà
in questo delicato periodo.
Me è pur sempre tempo di Quaresima e forse,
a causa del Coronavirus, stiamo sperimentando
un vero e proprio deserto che è anche
soprattutto spirituale e relazionale.
Stiamo anche constatando la difficoltà di
tenere aperti i nostri servizi a causa del venir
meno delle forze volontarie e delle restrizioni
imposte giustamente dalle autorità competenti.
Rimane nostro compito dare voce a chi non
ha voce anche in questo periodo dove chi è ai
margini si ritrova ad esserlo ancora di più.
Quaresima: tempo per rinnovare fede, speranza e carità.
Cari
fratelli e sorelle,
annunciando ai suoi discepoli la sua passione, morte e
risurrezione, a compimento della volontà del Padre, Gesù svela loro il senso
profondo della sua missione e li chiama ad associarsi ad essa, per la salvezza
del mondo.
Nel percorrere il cammino quaresimale, che ci conduce
verso le celebrazioni pasquali, ricordiamo Colui che «umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (Fil 2,8).
In questo tempo di conversione rinnoviamo la nostra fede, attingiamo l'"acqua
viva" della speranza e riceviamo a cuore aperto l'amore di Dio che
ci trasforma in fratelli e sorelle in Cristo. Nella notte di Pasqua rinnoveremo
le promesse del nostro Battesimo, per rinascere uomini e donne nuovi, grazie
all'opera dello Spirito Santo. Ma già l'itinerario della Quaresima, come
l'intero cammino cristiano, sta tutto sotto la luce della Risurrezione, che
anima i sentimenti, gli atteggiamenti e le scelte di chi vuole seguire Cristo.
Il digiuno, la preghiera e l'elemosina, come vengono presentati da Gesù
nella sua predicazione (cfr Mt 6,1-18), sono le condizioni e l'espressione
della nostra conversione. La via della povertà e della privazione (il
digiuno), lo sguardo e i gesti d'amore per l'uomo ferito (l'elemosina)
e il dialogo filiale con il Padre (la preghiera) ci permettono di
incarnare una fede sincera, una speranza viva e una carità operosa.
1. La fede ci chiama ad accogliere la Verità e a
diventarne testimoni, davanti a Dio e davanti a tutti i nostri fratelli e
sorelle.
In questo tempo di Quaresima, accogliere e vivere
la Verità manifestatasi in Cristo significa prima di tutto lasciarci
raggiungere dalla Parola di Dio, che ci viene trasmessa, di generazione in
generazione, dalla Chiesa. Questa Verità non è una costruzione dell'intelletto,
riservata a poche menti elette, superiori o distinte, ma è un messaggio che riceviamo
e possiamo comprendere grazie all'intelligenza del cuore, aperto alla grandezza
di Dio che ci ama prima che noi stessi ne prendiamo coscienza. Questa Verità è
Cristo stesso, che assumendo fino in fondo la nostra umanità si è fatto Via -
esigente ma aperta a tutti - che conduce alla pienezza della Vita.
Il digiuno vissuto come esperienza di privazione porta quanti lo vivono in
semplicità di cuore a riscoprire il dono di Dio e a comprendere la nostra
realtà di creature a sua immagine e somiglianza, che in Lui trovano compimento.
Facendo esperienza di una povertà accettata, chi digiuna si fa povero con i
poveri e "accumula" la ricchezza dell'amore ricevuto e condiviso. Così inteso e
praticato, il digiuno aiuta ad amare Dio e il prossimo in quanto, come insegna
San Tommaso d'Aquino, l'amore è un movimento che pone l'attenzione sull'altro
considerandolo come un'unica cosa con sé stessi (cfr Enc. Fratelli tutti, 93).
La Quaresima è un tempo per credere, ovvero per ricevere Dio nella
nostra vita e consentirgli di "prendere dimora" presso di noi (cfr Gv
14,23). Digiunare vuol dire liberare la nostra esistenza da quanto la ingombra,
anche dalla saturazione di informazioni - vere o false - e prodotti di consumo,
per aprire le porte del nostro cuore a Colui che viene a noi povero di tutto,
ma «pieno di grazia e di verità» (Gv 1,14): il Figlio del Dio Salvatore.
Ciao Thomas, a breve troverai le foto del presepe vivente e del gruppo parrocchiale al carnevale torittese nella sezione foto&video. Scusate i tempi tecnici al momento sono un po' lunghetti.
Thomas Nitti 11 gennaio 2010 20:24 | Nessuna CittÃ
Scusate, le foto del presepe vivente di quest'anno dove sono?
Redazione 18 giugno 2009 20:24 | Nessuna CittÃ
Nella sezione "Foto&Video" le fotografie della 22ma edizione del Festival Anspi della canzone oratoriana.
Stefano Servedio 30 aprile 2009 16:03 | Nessuna CittÃ
a partire da domenica 3, per tutte le domeniche di maggio, presso il piccolo teatro san giuseppe..alle ore 20.00...divertente commedia intitolata "MI E' CADUTA UNA CAVALLA NEL LETTO..!" non mancate..!
Redazione 21 gennaio 2009 14:42 | Nessuna CittÃ
Nella sezione "Foto&Video" alcune fotografie della quinta edizione del Presepe Vivente nel borgo antico.
Stefano Servedio 16 gennaio 2009 18:09 | Nessuna CittÃ
Come al solito vi aggiorno sulla stagione del Piccolo Teatro San Giuseppe. il 18, 25 Gennaio e 1, 8 febbraio andrà in scena la commedia: 47 MORTO CHE PARLA di Ettore Petrolini Inizio ore 20.00 NON MANCATE!!!!
Stefano Servedio 09 novembre 2008 18:45 | Nessuna CittÃ
tutte le domeniche di novembre presso il Piccolo Teatro San Giuseppe ci saranno proiezioni di opere e operette. Alle ore 20.00 Inoltre verranno suonati dei brani dal vivo dai giovani dell' Associazione Lucarelli- Caraccia