Adolescenti e giovani a fare la loro parte ed evitare comportamenti
che possano mettere a rischio i loro cari più vulnerabili e la comunità tutta.
Genitori, fatela leggere ai vostri figli, e invitateli a condividerla con gli amici
(di Alberto Pellai)
Cari ragazzi, cari figli, la vita per alcune settimane, probabilmente mesi, vi chiederà un cambio di passo. Non sarete più padroni del vostro territorio di esplorazione. Vivrete in uno spazio limitato, confinato. E dovrete starci. Non solo perché ve lo chiede la legge, ma perché ve lo chiede la stessa vita. Volete vivere? Allora quella vita ora dovete proteggerla. Non è tanto la vostra vita, in gioco, in questo momento.
Non siete a rischio voi. Uno strano incantesimo del virus COVID 19 rende voi minori apparentemente non suscettibili o pochissimo suscettibili agli effetti clinici del virus che sta piegando il mondo. Voi non venite piegati dal virus. Ma molte altre persone sì. I vostri nonni. In parte anche noi, vostri genitori. E poi le persone vulnerabili in termini di sistema immunitario. Ovvero chi sta facendo una terapia antitumorale. Chi ha un deficit congenito del sistema di difesa dalle minacce patogene che possono aggredire l'organismo. Per loro oggi, tutto diventa una minaccia. Quasi tutti voi avete nel vostro giro di conoscenze, qualcuno che vive con questo genere di problemi. Bene, è a loro che in questo momento dovete pensare, prima di tutto. E' di loro che vi dovete occupare. E preoccupare.
Ma dovete anche pensare a tutto il personale sanitario che in questo momento sta combattendo una guerra che rischia di essere superiore alle forze in gioco. Medici, infermieri, paramedici: ogni persona che è a contatto con un paziente per seguire il proprio mandato professionale è oggi equiparabile ad un soldato che si trova in trincea per combattere una guerra. Medici e infermieri non si sono mai immaginati come soldati. Non hanno mai pensato al loro lavoro come un lavoro "contro" qualcosa o qualcuno. La loro professione è sempre stata a favore: a favore dei malati e delle loro famiglie. A favore della tutela della salute individuale e collettiva. Anche oggi, di fronte al moltiplicarsi dei malati infettivi che hanno invaso i nostri ospedali, loro lavorano "pro", a favore dei loro pazienti. Ma al tempo stesso, sono in trincea contro un nemico che per loro rappresenta un rischio, molto più che per noi.
|