Vi scrivo alla vigilia della partenza per la città ucraina di Leopoli. Il viaggio, che vivrò con don Mimmo Chiarantoni, sarà condiviso con 200 partecipanti, giovani e adulti, provenienti da varie regioni d'Italia e da associazioni del mondo cattolico e laico, componenti la Carovana della Pace.
Non è stato facile decidere, dopo l'invito ricevuto, ma la storia del nostro territorio, da sempre crocevia di umanità e frontiera di pace, luogo d'incontro di uomini e religioni, mi ha aiutato a comprendere che come vostro pastore dovevo esserci.
A facilitarmi il tutto, è stato l'entusiasmo di questi 200 compagni di viaggio che desiderano tessere la trama della pace attraverso l'ordito di una fraternità concreta che si rende presenza, dono, speranza.
È un grande segno di fiducia sapere che c'è gente che vede la pace non come facile argomento d'intrattenimento, ma come stile di vita con cui costruire relazioni significative, toccando la carne dei poveri e dei piccoli della storia.
Bene ha detto papa Francesco, alcuni giorni fa, quando affermava che la guerra è luogo di morte, dove "i potenti decidono e i poveri muoiono".
Dopo un secolo, l'Europa viene nuovamente fagocitata nel baratro di una guerra, preparata dall'ottusità di molti e dal delirio di altri.
Come la sirena risulta lugubre e straziante nel suo annunciare l'arrivo di bombe, così risuona la voce di chi crede nel potere delle armi, orrida conseguenza di una involuzione della politica, ormai consegnata a logiche mercantili e di parte, e poco dedita a una diplomazia attenta e oculata.
Dinanzi a momenti come questo è facile rimanere a guardare e, come accade da giorni, trascinare la guerra in talk show spesso discutibili per il dominare di un pensiero unico. Mentre "padri e madri, di ogni schieramento" - è sempre il Papa che parla - "seppelliscono i loro figli", non si può ignorare la possibilità di osare la pace.
Ma oggi chi è disposto a osare la pace?
Osa la pace e le sue opere, chi crede nell'amore, nell'umanità, nella vita che è dono, nel valore e nella dignità di ogni creatura.
Osa la pace chi viene ribaltato dalla forza della Pasqua e torna a vibrare dinanzi al mistero di Dio e dell'uomo, aprendo veri "canali umanitari" di speranza.
Osa la pace chi è pronto a lasciarsi alle spalle una fede appiattita sui calcoli e si consegna al respiro dello Spirito.
Osa la pace chi con l'amore ha seppellito la morte, attestando prossimità e solidarietà, vera risposta al dolore dell'uomo.
Osa la pace chi si lascia sedurre dalla sfida evangelica della misericordia e del disarmare l'inimicizia, divenendo "coscienza critica della storia".