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Nuntio Vobis
apr
03
2021
Riflessioni
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Scritto da Angela Fariello
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sabato 03 aprile 2021 |
Quella mattina il Risorto ha mostrato alle donne
che è possibile il rotolare del macigno,
la fine degli incubi, l'inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi
(Don Tonino Bello)
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apr
03
2021
Riflessioni
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Scritto da Angela Fariello
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sabato 03 aprile 2021 |
"L'avevano riconosciuto allo spezzar del pane"
Carissime sorelle e carissimi fratelli,
dalla clinica riabilitativa dove mi trovo, in attesa di un migliore recupero della salute, pensandovi con gioia, desidero far giungere a ciascuno di voi un pensiero augurale per la Pasqua e il tempo di speranza che si apre dinanzi.
Evitiamo il lockdown dei sentimenti
Siamo circondati dalla sofferenza e constatiamo fragilità, precarietà, limite, disperazione.
Sospesi tra timore e incertezze, rischiamo il lockdown dei sentimenti che, messi a dura prova, possono essere minimizzati e blindati dalla paura. Pur nella fatica di questi giorni e di un domani incerto e nebuloso, adoperiamoci affinché l'umano si manifesti nella forma più bella, sapendo attingere alla speranza pasquale che ci offre la consapevolezza di non essere più soli in Cristo.
Abbiamo bisogno di comunicarci affetto e solidarietà, attraverso le modalità più consone al cuore, così come ha fatto Gesù con i suoi, all'indomani della Risurrezione. Lui, il Vivente, ci accompagna e si rivela con il linguaggio della tenerezza, della vicinanza e della condivisione.
Gesù parla al cuore, nutre i corpi, dona consolazione e pace.
Se scorriamo i brani evangelici che narrano le apparizioni del Risorto, dal giardino del sepolcro (Gv 20, 1-18) alla riva del lago di Tiberiade (Gv 21,1-19), dal Cenacolo (Gv 20) a Emmaus (Lc 24, 13-35), Gesù comunica la sua presenza coinvolgendosi mediante un linguaggio che tocca e accarezza la vita dei suoi, sino a farla vibrare, trasalire di gioia e cambiare.
La Maddalena rinasce ascoltando il suo nome sussurrato dal Maestro: "Maria"; Pietro vince ogni ritrosia e paura, affrontando l'acqua del lago per raggiungere Gesù, giungendo a dichiarargli il suo amore: "Signore, tu lo sai che ti amo";
Tommaso esplode in una professione di fede, pronunciando parole meravigliose: "Mio Signore e mio Dio"; Cleopa e il suo compagno di viaggio, allo spezzare del pane, riconoscono il Maestro e abbandonano la via della tristezza e dello smarrimento per fare ritorno a Gerusalemme.
La vita, per tutti loro, si fa dono e diviene annuncio del Vangelo che salva.
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apr
02
2021
Riflessioni
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Scritto da Angela Fariello
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venerdì 02 aprile 2021 |
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apr
02
2021
Riflessioni
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Scritto da Angela Fariello
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venerdì 02 aprile 2021 |
+ Dal Vangelo secondo Giovanni 18,1- 19,42
[...] Essi presero Gesù ed egli,
portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico
Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno
dall'altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre
sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei
lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino
alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti
dei Giudei dissero allora a Pilato: F «Non scrivere: "Il re dei Giudei", ma:
"Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei"». C Rispose Pilato: A «Quel che ho
scritto, ho scritto».
C I soldati poi, quando ebbero
crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti - una per
ciascun soldato -, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta
tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola,
ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si
sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E
i soldati fecero così.
Stavano presso la croce di Gesù
sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava,
disse alla madre: + «Donna, ecco tuo figlio!». C Poi disse al discepolo: +
«Ecco tua madre!». C E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé.
Dopo questo,
Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura,
disse: + «Ho sete». C Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una
spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca.
Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: + «È compiuto!». C E, chinato il capo,
consegnò lo spirito. [...]
Spunti di riflessione (Paolo Curtaz)
Sono spoglie le nostre chiese. Disadorne,
buie, abbandonate. Nessuno celebra l'eucarestia, nella Chiesa, in segno di
rispetto per l'unico, grande sacrificio che si consuma sulla croce. Tacciono le
campane, mentre, intorno, le città si affrettano per il grande fine-settimana
di Pasqua, fuori-porta, se il tempo tiene. Gli uffici chiudono, le
metropolitane si affollano, tutti corrono. Da qualche parte, altrove, un gruppo
di amici cala dalla croce il corpo sfigurato e straziato di Dio per deporlo in
una tomba. Ultimo segno di affetto, ultimo afflato di fede, ultimo abbraccio
dei pochi discepoli rimasti a vegliare il Nazareno che muore. Ecco, tutto è
compiuto, Dio si è donato. Senza riserve, senza misura, senza condizioni. Si è
arreso alla devastante follia degli uomini, alla loro indifferenza. Forse,
vedendolo appeso, capiranno che le sue non erano solo parole, vuote
predicazioni di un esaltato, deliri di un mistico incompreso. Forse. Quel Dio
appeso, nudo, sanguinolento, raccapricciante, è l'ultimo definitivo
"sì" ad un uomo che sa solo dire dei "no". E oggi, ancora,
ci scuote, ci smuove, ci commuove, ci converte, infine.
Per la preghiera
O Dio, che nella passione del Cristo nostro Signore
ci hai liberati dalla morte,
eredità dell'antico peccato
trasmessa a tutto il genere umano,
rinnovaci a somiglianza del tuo Figlio;
e come abbiamo portato in noi,
per la nostra nascita, l'immagine dell'uomo terreno,
così per l'azione del tuo Spirito,
fa' che portiamo l'immagine dell'uomo celeste.
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mar
31
2021
Riflessioni
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Scritto da Angela Fariello
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mercoledì 31 marzo 2021 |
+ Dal Vangelo secondo Giovanni 13,1-15
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».
Spunti di riflessione (Paolo Curtaz)
È finita. Lo sa bene, il Maestro. Ha fatto di tutto per convertire il cuore degli uomini, il cuore del suo popolo. cosa gli resta da fare? È finita. Gesù, come accade anche a noi, sperimenta il limite, misura la fragilità, pesa il rifiuto dell'uomo. Che ce ne facciamo di un Dio che dialoga? Che ci lascia liberi di scegliere? Che ce ne facciamo di un Dio che rifiuta le regole per chiedere di amare, e amare non può restringersi nell'alveo ristretto di un codice? Che ce ne facciamo di un Dio che ci chiama "amici", costringendoci a schierarci? È finita. Lo sa bene Giuda, l'unico fra i dodici che ha davvero capito cosa stia succedendo, l'unico che cerca un'ultima, disperata soluzione. È finita. Gesù si ritrova, solo, a decidere sul da farsi. Andarsene? Mollare tutto? Arrendersi all'evidenza? No. In quella cena che diventa pasquale Gesù va oltre, si dona, si consegna alla nostra assordante indifferenza. Quella cena che rifacciamo, in obbedienza. Quella cena che è la prima, quella da cui tutto nasce. Quella cena che oggi rifaremo, con fede, silenzio, adoranti. Siamo qui a misurare l'amore di Dio e ne siamo travolti. Ecco, Dio si dona in un pezzo di pane.
Per la preghiera
Signore Gesù, noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie,
perché nella notte in cui sei stato tradito e abbandonato
dai tuoi discepoli
non ti sei tirato indietro,
ma, al contrario, hai detto il tuo sì incondizionato al Padre
e ci hai donato la tua vita
accettando di morire in croce
per noi.
Ascolta la nostra preghiera perché,
nonostante le nostre infedeltà,
il tuo dono d’amore si rinnovi in questi giorni anche per noi.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
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