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Nuntio Vobis
mar
17
2013
Speciale Conclave 2013
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Scritto da Angela Fariello
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domenica 17 marzo 2013 |
UDIENZA AI RAPPRESENTANTI DEI MEDIA
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Aula Paolo VI
Sabato, 16 marzo 2013
Fonte: News.va
Cari amici,
sono lieto, all'inizio del mio ministero nella Sede di Pietro, di incontrare voi, che avete lavorato qui a Roma in questo periodo così intenso, iniziato con il sorprendente annuncio del mio venerato Predecessore Benedetto XVI, l'11 febbraio scorso. Saluto cordialmente ciascuno di voi.
Il ruolo dei mass-media è andato sempre crescendo in questi ultimi tempi, tanto che esso è diventato indispensabile per narrare al mondo gli eventi della storia contemporanea. Un ringraziamento speciale rivolgo quindi a voi per il vostro qualificato servizio dei giorni scorsi - avete lavorato, eh! avete lavorato! -, in cui gli occhi del mondo cattolico e non solo si sono rivolti alla Città Eterna, in particolare a questo territorio che ha per "baricentro" la tomba di San Pietro. In queste settimane avete avuto modo di parlare della Santa Sede, della Chiesa, dei suoi riti e tradizioni, della sua fede e in particolare del ruolo del Papa e del suo ministero.
Un ringraziamento particolarmente sentito va a quanti hanno saputo osservare e presentare questi eventi della storia della Chiesa tenendo conto della prospettiva più giusta in cui devono essere letti, quella della fede. Gli avvenimenti della storia chiedono quasi sempre una lettura complessa, che a volte può anche comprendere la dimensione della fede. Gli eventi ecclesiali non sono certamente più complicati di quelli politici o economici! Essi però hanno una caratteristica di fondo particolare: rispondono a una logica che non è principalmente quella delle categorie, per così dire, mondane, e proprio per questo non è facile interpretarli e comunicarli ad un pubblico vasto e variegato.
La Chiesa, infatti, pur essendo certamente anche un'istituzione umana, storica, con tutto quello che comporta, non ha una natura politica, ma essenzialmente spirituale: è il Popolo di Dio, il Santo Popolo di Dio, che cammina verso l'incontro con Gesù Cristo. Soltanto ponendosi in questa prospettiva si può rendere pienamente ragione di quanto la Chiesa Cattolica opera.
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mar
16
2013
Riflessioni
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Scritto da Angela Fariello
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sabato 16 marzo 2013 |
DOMENICA DELLE PIETRE NON LANCIATE
«Neanche io ti condanno»
LA PREGHIERA
Eccomi davanti a te, Signore, prostrata.
Ho peccato e non merito alcuna pietà.
In mezzo a questo vociare di gente,
sono inchiodata al suolo del tempio in cui morirò.
Sento la felicità malvagia dei miei accusatori.
Si aspettano da te che tu mi condanni...
e che la trappola si richiuda su di te!
Ma tu non ci guardi nemmeno.
Chi sono io, chi sono loro, tu lo sai già.
Sono i nostri peccati o qualche articolo di legge,
che tu scrivi sulla polvere?
O questo destino crudele, che passa per lanci di pietre?
Ma tu alzi gli occhi, dici due parole,
ed ecco che se ne vanno, pieni di vergogna!
Questi violenti, che volevano il mio sangue,
non sono più gli stessi.
E nemmeno io!
RAVVIVARE LA FEDE
"Neanch'io ti condanno". Non si era devotamente inginocchiata né aveva recitato l'atto di dolore. E fu perfettamente perdonata. Solo il viso aveva un gran rossore. Così mi immagino quella donna. Ma anche più mi colpisce il maestro che scrive sulla polvere del selciato. Arrivano come folate di aria primaverile le parole del profeta "...i tuoi peccati sono
come pulviscolo sulla bilancia, come una goccia da un secchio d'acqua... quanto è alto il cielo sulla terra così io scaglierò i peccati lontano da te...". Direbbe sant'Agostino: cerca il merito, cerca la causa e non troverai altro che grazia.
L'IMPEGNO
Questa settimana è il tempo giusto per una bella confessione sacramentale.
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mar
15
2013
Speciale Conclave 2013
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Scritto da Angela Fariello
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venerdì 15 marzo 2013 |
Santa Messa con i cardinali
«Edifichiamo la Chiesa sul sangue del Signore»
In queste tre Letture vedo che c'è qualcosa di comune: è il movimento.
Nella Prima Lettura il movimento nel cammino; nella Seconda Lettura, il movimento nell'edificazione della Chiesa; nella terza, nel Vangelo, il movimento nella confessione. Camminare, edificare, confessare.
Camminare. «Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore» (Is 2,5). Questa è la prima cosa che Dio ha detto ad Abramo: Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile. Camminare: la nostra vita è un cammino e quando ci fermiamo, la cosa non va. Camminare sempre, in presenza del Signore, alla luce del Signore, cercando di vivere con quella irreprensibilità che Dio chiedeva ad Abramo, nella sua promessa.
Edificare. Edificare la Chiesa. Si parla di pietre: le pietre hanno consistenza; ma pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo. Edificare la Chiesa, la Sposa di Cristo, su quella pietra angolare che è lo stesso Signore. Ecco un altro movimento della nostra vita: edificare.
Terzo, confessare. Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una ONG assistenziale, ma non la Chiesa, Sposa del Signore. Quando non si cammina, ci si ferma.
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mar
14
2013
Speciale Conclave 2013
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Scritto da Angela Fariello
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giovedì 14 marzo 2013 |
Chi è Jorge Mario Bergoglio
La prima uscita da Papa
Papa Francesco
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mar
14
2013
Speciale Conclave 2013
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Scritto da Angela Fariello
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giovedì 14 marzo 2013 |
Cucina da solo, si sposta in autobus e ricorda il dialetto piemontese
Figlio di un ferroviere astigiano, entrò nei Gesuiti a 21 anni.
I soldi per la sua festa cardinalizia li volle dare i soldi ai poveri
di Gian Guido Vecchi - Corriere.it
CITTÀ DEL VATICANO - Curet primo Deum , anzitutto curati di Dio.
Bisogna partire dalla Formula di Sant'Ignazio di Loyola, la regola del fondatore della Compagnia di Gesù, per capire la semplicità di Francesco, il primo gesuita vestito di bianco della storia. L'austerità di Jorge Mario Bergoglio, 76 anni, è leggendaria. A Buenos Aires gira in autobus, non vive nell'episcopato ma in un piccolo appartamento, raccontano si prepari la cena da sé e del resto la sera mangia poco o niente, un tè, della frutta. Quando Giovanni Paolo II lo creò cardinale, 21 febbraio 2001 (nello stemma aveva il cristogramma IHS, per il greco Iesous, dei gesuiti), si dice che i fedeli avessero preparato una colletta per fare festa ed accompagnare il suo viaggio a Roma: ma lui chiese loro di restare in Argentina e dare i soldi raccolti ai poveri, a Roma festeggiò quasi da solo. Il suo motto episcopale era «miserando atque eligendo» , scusando e scegliendo.
Nelle biografie preparate dai cardinali per la sala stampa della Santa Sede la sua è tra le più corte, una mezza pagina.
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