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Nuntio Vobis
mar 09 2014
Prima domenica di Quaresima PDF Stampa E-mail
Riflessioni
Scritto da Angela Fariello   
domenica 09 marzo 2014

tentazioni.jpg

La tentazione appare frequentemente sotto forma di scuse e recriminazioni, come se dovessero esserci innumerevoli condizioni perché sia possibile la gioia.

Questo accade perché «la società tecnologica ha potuto moltiplicare le occasioni di piacere, ma essa difficilmente riesce a procurare la gioia».

Posso dire che le gioie più belle e spontanee che ho visto nel corso della mia vita sono quelle di persone molto povere che hanno poco a cui aggrapparsi. Ricordo anche la gioia genuina di coloro che, anche in mezzo a grandi impegni professionali, hanno saputo conservare un cuore credente, generoso e semplice. In varie maniere, queste gioie attingono alla fonte dell'amore sempre più grande di Dio che si è manifestato in Gesù Cristo.

Non mi stancherò di ripetere quelle parole di Benedetto XVI che ci conducono al centro del Vangelo: «All'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e, con ciò, la direzione decisiva».


Papa Francesco - Evangelii Gaudium 

 

COMMENTO

 

Quale brano del Vangelo ci propone la liturgia oggi? La risposta più tradizionale e più immediata sarà certamente che la liturgia oggi ci presenta il brano delle "Tentazioni di Gesù". Non possiamo dire che non sia vero. Il rischio che tutti noi corriamo però è di non mettere l'accento sulla verità di questo brano.

Il cuore di tutto è che il Signore Gesù condotto dallo Spirito Santo nel deserto, risponde al nemico con la Parola di Dio. Gesù ci insegna come la Parola di Dio può sconfiggere ogni tentazione, come nella Parola di Dio e nella preghiera noi tutti possiamo trovare la forza di superare ogni situazione. Allora il titolo di questo brano lo potremmo chiamare semplicemente "le risposte di Gesù".
Proprio all'inizio del suo ministero Gesù ci mostra la risposta alle tentazione della vita.
L'onnipotenza, l'immortalità e il potere, sono le tre tentazioni che ci rendono ciechi davanti all'Amore di Dio. Illuminati dalla Parola tutti noi potremmo, non sostituirci a Dio, ma partecipare del suo Amore per rimanere nel suo Amore. 

 

PREGHIERA

 

Rinnova Signore con il tuo Spirito
la nostra fede per vivere
pienamente questo tempo di grazia,
seguendo le tue vie e giungere
alla Pasqua come creature nuove,
sostenute dallo Spirito che tu infondi nei nostri cuori.
Aiutaci Signore a rileggere
la nostra storia alla luce della fede,
per scoprire i segni della Tua presenza
e i benefici ottenuti dalla Tua grazia.
Tu Signore Gesù che hai vinto le tentazioni
accompagna la Chiesa nel suo cammino.
Dacci la forza del tuo Spirito di vincere
le tentazioni per camminare alla Tua presenza con amore
e con il cuore solidale verso i fratelli.
Facci trovare la verità profonda della vita
di Dio e della nostra vita,
della nostra debolezza e della nostra salvezza. 

 

 

 

 

 
mar 04 2014
Foto Presepe Vivente PDF Stampa E-mail
Annunci Parrocchiali
Scritto da Angela Fariello   
martedì 04 marzo 2014
Nella sezione Foto&Video troverete le foto della decima edizione del Presepe Vivente nel borgo antico di Toritto
dsc_0289.jpg

 
mar 03 2014
Mercoledì delle ceneri PDF Stampa E-mail
Riflessioni
Scritto da Angela Fariello   
lunedì 03 marzo 2014
ash-wednesday-ashes.jpg
Ti preghiamo, Signore Gesù,
fa' che questa cenere scenda sulle nostre teste
con la forza della grandine
e ci svegli dal torpore del peccato.

Fa' che questi quaranta giorni
siano un occasione speciale per convertire il nostro cuore a te,
e rimetterti al primo posto della nostra vita.

Donaci di saper riconoscere il tuo passaggio
e di vivere ogni istante con la certezza
che tu cammini in mezzo a noi,
che tu sai aspettare il nostro passo lento e insicuro;
che tu sai vedere in noi
quello che nemmeno sappiamo immaginare.

In questi quaranta giorni,
metti nel nostro cuore desideri
che palpitino al ritmo della tua Parola.

Maria aggiunga ciò che manca alla nostra preghiera. 
don Roberto Seregni
 
mar 03 2014
Quaresima 2014 PDF Stampa E-mail
Papa Francesco
Scritto da Angela Fariello   
lunedì 03 marzo 2014
papa-francesco-quaresima.jpgIl messaggio di papa Francesco per la Quaresima 2014  
 
Si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà
(cfr 2 Cor 8,9)
 
Cari fratelli e sorelle,in occasione della Quaresima, vi offro alcune riflessioni, perché possano servire al cammino personale e comunitario di conversione. Prendo lo spunto dall'espressione di san Paolo: «Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2 Cor8,9). L'Apostolo si rivolge ai cristiani di Corinto per incoraggiarli ad essere generosi nell'aiutare i fedeli di Gerusalemme che si trovano nel bisogno. Che cosa dicono a noi, cristiani di oggi, queste parole di san Paolo? Che cosa dice oggi a noi l'invito alla povertà, a una vita povera in senso evangelico? 
La grazia di Cristo
Anzitutto ci dicono qual è lo stile di Dio. Dio non si rivela con i mezzi della potenza e della ricchezza del mondo, ma con quelli della debolezza e della povertà: «Da ricco che era, si è fatto povero per voi...». Cristo, il Figlio eterno di Dio, uguale in potenza e gloria con il Padre, si è fatto povero; è sceso in mezzo a noi, si è fatto vicino ad ognuno di noi; si è spogliato, "svuotato", per rendersi in tutto simile a noi (cfr Fil 2,7; Eb 4,15). È un grande mistero l'incarnazione di Dio! Ma la ragione di tutto questo è l'amore divino, un amore che è grazia, generosità, desiderio di prossimità, e non esita a donarsi e sacrificarsi per le creature amate. La carità, l'amore è condividere in tutto la sorte dell'amato. L'amore rende simili, crea uguaglianza, abbatte i muri e le distanze. E Dio ha fatto questo con noi. Gesù, infatti, «ha lavorato con mani d'uomo, ha pensato con intelligenza d'uomo, ha agito con volontà d'uomo, ha amato con cuore d'uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato» (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes , 22).  
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gen 27 2014
27 gennaio: Giornata della Memoria PDF Stampa E-mail
Riflessioni
Scritto da Redazione   
lunedì 27 gennaio 2014

giornata_memoria.jpg

 

Prima vennero per gli ebrei
e io non dissi nulla perché
non ero ebreo.

Poi vennero per i comunisti
e io non dissi nulla perché
non ero comunista.

Poi vennero per i sindacalisti 
e io non dissi nulla perché
non ero sindacalista. 

Poi vennero a prendere me. 
E non era rimasto più nessuno 
che potesse dire qualcosa.

 

 

La memoria della memoria, questa espressione sembrerebbe una "battuta" assurda o uno slogan pubblicitario. E sarebbe davvero tale, se la memoria consistesse nell'apertura di un nostro archivio segreto (individuale o collettivo, poco importa) per riportarne alla luce informazioni preziose che la trascuratezza o, peggio, la volontà di dimenticare, avrebbero tentato di occultare.
Ma non è necessariamente così.


La memoria è un possente strumento per capire e per rispondere alle sollecitazioni del presente. La guerra nei Balcani, il Medio oriente in fiamme, il minacciato "scontro di civiltà" dimostrano che l'odio fra le genti e le stragi degli innocenti non sono una pura e semplice eredità di un passato sogno di incubi; e allora, alle nostre menti si affaccia la domanda angosciata: ma sarà sempre così, anzi, sempre più così?


La risposta implicita che abbiamo dato a questa domanda fino a questo momento era di concludere che la Shoah fosse stata a tal punto mostruosa da risultare incomprensibile con i comuni strumenti della mente umana, che fosse stata, in una parola, "follia", sia pure follia criminale: follia degli uomini, follia di un intero popolo, follia di Hitler. E, come tale, almeno per coloro che credono nella razionalità di fondo dello spirito umano, irripetibile. Tanto da giustificare l'autentico giuramento con il quale si concludevano tutte le nostre manifestazioni: "Mai più".


Sentiamo però che questo modo di affrontare la memoria non è più sufficiente.
Perché la nostra premessa non è scevra da critiche; la memoria non è, infatti, un supporto magnetico cui attingere dati ma è una funzione attiva della nostra mente, che sa in partenza a quale tipo di dati rivolgere la propria attenzione e quali, invece, trascurare; che sa in partenza quali sono i problemi che deve affrontare e, spesso, ha già formulato, se non proprio un giudizio definitivo, almeno delle ipotesi di risposta; e cerca "nella memorie" quei dati che possono confermare o respingere il giudizio stesso.


Possiamo dunque indicare dei cosiddetti "valori" che sono in realtà giudizi dei quali siamo già forniti a priori e che orientano il nostro modo di scavare in profondità nella memoria? Certamente, sì.


Il primo dei nostri valori si chiama civiltà
ed esso significa il procedere del consorzio umano dalla legge del trionfo del più forte a quella del supporto per i più deboli, dalla soppressione del rivale o di quello che si ritiene possa soltanto chiedere alla società senza nulla dare, al principio della solidarietà.


Il secondo valore significa valorizzare la varietà umana
, la ricchezza delle "altre" culture, delle altre lingue, delle altre Fedi. Esso significa la libera circolazione delle idee, senza opporvi ostacoli, neppure economici.


Il terzo valore, infine, indica il dialogo, il confronto, la trattativa, come unici strumenti che possono risolvere i contenziosi umani, proibendo, come reato, qualsiasi ricorso alla violenza.


"Memoria" significa allora scavare nel passato in modo selettivo, per cercarvi non tanto le gesta degli eroi sui campi di battaglia quanto gli esempi di solidarietà e di cooperazione; esempi forse rimasti nell'ombra ma non per questo meno rilevanti, forse al contrario.

È questa infine quella Memoria che può diventare uno strumento di fiducia nel domani.

È questa che ci accingiamo a celebrare. 

 

Prof. Amos Luzzatto

 
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