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Nuntio Vobis
apr 10 2013
Una preghiera per ogni dito della mano PDF Stampa E-mail
Riflessioni
Scritto da Angela Fariello   
mercoledì 10 aprile 2013
di Papa Francesco
 
Il pollice è il dito a te più vicino.
Comincia quindi col pregare per coloro che ti sono più vicini.
Sono le persone di cui ci ricordiamo più facilmente.
Pregare per i nostri cari è "un dolce obbligo".
Il dito successivo è l'indice.
Prega per coloro che insegnano, educano e curano.
Questa categoria comprende maestri, professori, medici e sacerdoti.
Hanno bisogno di sostegno e saggezza per indicare agli altri la giusta direzione.
Ricordali sempre nelle tue preghiere.
Il dito successivo è il più alto.
Ci ricorda i nostri governanti.
Prega per il presidente, i parlamentari, gli imprenditori e i dirigenti.
Sono le persone che gestiscono il destino della nostra patria e guidano l'opinione pubblica...
Hanno bisogno della guida di Dio.
Il quarto dito è l'anulare.
Lascerà molti sorpresi, ma è questo il nostro dito più debole,
come può confermare qualsiasi insegnante di pianoforte.
È lì per ricordarci di pregare per i più deboli, per chi ha sfide da affrontare, per i malati.
Hanno bisogno delle tue preghiere di giorno e di notte.
Le preghiere per loro non saranno mai troppe.
Ed è li per invitarci a pregare anche per le coppie sposate.

E per ultimo arriva il nostro dito mignolo, il più piccolo di tutti,
come piccoli dobbiamo sentirci noi di fronte a Dio e al prossimo. Come dice la Bibbia, "gli ultimi saranno i primi".
Il dito mignolo ti ricorda di pregare per te stesso...
Dopo che avrai pregato per tutti gli altri, sarà allora che potrai capire meglio quali sono le tue necessità guardandole dalla giusta prospettiva.

 

 

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mar 29 2013
Buona Pasqua PDF Stampa E-mail
Riflessioni
Scritto da Angela Fariello   
venerdì 29 marzo 2013
pasqua2013.jpg
 
Coraggio!
Il Padre ci ha già resuscitati con suo Figlio!

Le porte del cielo, nella speranza, nella fede e nell'amore,
sono già completamente aperte!

Auguri di Santa Pasqua!


Don Marino, Don Angelo
la redazione di sannicolatoritto.it
 
mar 29 2013
Sabato Santo PDF Stampa E-mail
Riflessioni
Scritto da Angela Fariello   
venerdì 29 marzo 2013
«IL FIGLIO DELL'UOMO NEL CUORE DELLA TERRA»
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LA PREGHIERA
 
Domani: si risorge!
Oggi, intanto, si continua a morire così...
o peggio, si continua a far morire così...
o più drammatico ancora, a uccidere così...
come fosse la normalità.
È ora di svegliarci, è ora di reagire,
è ora di cambiare, è ora di stimare,
è ora di rispettare, è ora di scegliere la nonviolenza,
è ora di amare, è ora di perdonare,
è ora di risorgere, è ora di Pasqua. Amen
 
RAVVIVARE LA FEDE

Nel silenzio del Sabato santo, la Chiesa medita sul mistero della morte di Cristo, per la salvezza di tutti gli uomini, sussurrando già, nel cuore, il
canto dell'alleluia che non tarderà a risuonare. Una grande parte dell'umanità vive ancora nel Sabato santo, avvolta nella sofferenza e nella miseria. Questa umanità ha urgente bisogno di missionari che rianimino la speranza ed aprano i cuori ad accogliere quell'annuncio di festa che risuona nella notte di Pasqua: "Il Signore Gesù è risorto, lo spirito del male è stato sconfitto, la morte è stata distrutta per sempre. Alleluia".
MORTE, DOV'È LA TUA VITTORIA?
 
Soffermiamoci oggi su questa breve frase del Credo: «[Gesù] discese agli inferi». Secondo la prima lettera di Pietro, Gesù è andato a predicare agli spiriti imprigionati negli Inferi. Dunque, per arrivare a loro, ha dovuto vincere la moltitudine di demoni che rinchiudevano gli uomini. Egli si presenta come il vincitore di tutto ciò che tiene l'uomo in prigione e che fa della sua vita un inferno. Sì, noi crediamo che Gesù sia stato fino laggiù, e che sia uscito vincitore su tutte le potenze delle tenebre. L'iconografia orientale non si è sbagliata a raffigurare «la discesa agli inferi» piuttosto che la risurrezione. Nella morte di Gesù, l'onnipotenza di Dio è penetrata nel cuore stesso della nostra impotenza, per colmare con la sua vita il vuoto della morte e rompere così le catene della morte.
 
mar 29 2013
Venerdì Santo PDF Stampa E-mail
Riflessioni
Scritto da Angela Fariello   
venerdì 29 marzo 2013
«GESÙ IL NAZARENO, IL RE DEI GIUDEI»
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LA PREGHIERA
 

Signore, morto per noi,
umilmente ti preghiamo:
resta con noi, rimani in noi,
soffia dentro di noi il tuo " ultimo respiro ";
esso divenga il primo respiro
della nuova vita in te.
Infondi in noi i sentimenti del centurione,
che con il tuo " ultimo respiro "
sperimentò l'inesauribile alito del tuo Santo Spirito,
e coraggiosamente confessò:
" Veramente quest'uomo era Figlio di Dio! ".
In ginocchio davanti alla tua croce, noi ripetiamo:
" Veramente tu sei il Figlio di Dio ".

(Karekini I, Catholicos, Vescovo di tutti gli Armeni)

 

RAVVIVARE LA FEDE


Gesù adempie la Scrittura fino in fondo e la sua missione raggiunge la pienezza nel momento in cui offre definitivamente la sua vita per la nostra salvezza. Noi, suoi discepoli, siamo chiamati a seguirlo su questa
stessa via. Offriamo al Signore Gesù, morto in croce per la salvezza dell'umanità, il grido di supplica che tanti uomini innalzano verso di lui. Sentiamoci chiamati a sacrificare noi stessi, perché, con il nostro contributo, il suo Regno di pace, di giustizia e di libertà giunga al suo compimento. 

 

ESERCIZIO DI COMPASSIONE

In questo grande e santo Venerdì, il mistero dell'Incarnazione si oscura al livello più alto. Poichè le tenebre non hanno avvilluppato solo Gerusalemme, e la terra che trema non ha fatto solo aprire le tombe e squarciare il velo dell'antica Legge. È anche la nostra fede a riceverne il colpo. Di fatto, come si può ammettere che si è potuto uccidere la Vita? Che si è deposto a terra, come un cadavere qualsiasi, il Vivente? Nel Credo, il passaggio dalla croce alla risurrezione il terzo giorno viene fatto rapidamente. Ma ho tutta una vita per cominciare a comprendere: in ogni sguardo sofferente che incrocia il mio, in ogni sguardo compassionevole che si posa su di me, Cristo è là, fino alla fine dei tempi. 
Il Figlio di Dio è condotto alla croce: chi ce l'ha portato?
Certo è stato l'amore. E poichè è morto certamente
per amor nostro, il minimo che dobbiamo fare per lui
è vivere d'amore.


San Francesco di Sales
(Sermone del Venerdì Santo del 1622)
 
mar 27 2013
Giovedì Santo PDF Stampa E-mail
Riflessioni
Scritto da Angela Fariello   
mercoledì 27 marzo 2013

 

 «Li amò fino alla fine»

 

particolare_vetrata_mariella_trapani_cappella_ss_sacramento_chiesa_torre_faro_messina.jpgLA PREGHIERA

 

  Se dovessi scegliere una reliquia della tua passione
prenderei proprio quel catino colmo di acqua sporca.
Girare il mondo con quel recipiente
e ad ogni piede cingermi dell'asciugatoio
e curvarmi giù in basso,
non alzando mai la testa oltre il polpaccio
per non distinguere i nemici dagli amici
e lavare i piedi del vagabondo, dell'ateo, del drogato,
del carcerato, dell'omicida, di chi non mi saluta più,
di quel compagno per cui non prego mai,
in silenzio,
finché tutti abbiamo capito nel mio
il tuo Amore.

 

RAVVIVARE LA FEDE

 

In questa sera Gesù ci chiede di entrare in comunione con lui, accettando rovesciamento della logica dell'autorità. Dobbiamo accettare he il Maestro si faccia nostro servo. Così anche noi ci sentiremo invitati ad assumere la logica del servizio pieno,
totale, gratuito. Un servizio che, portato alle estreme conseguenze, diventa atto supremo d'amore e si realizza nel
dono totale di sé per la vita dei fratelli. 

 

EUCARESTIA

È  bello che la liturgia del Giovedì Santo, che ci fa commemorare la cena del Signoe e l'istituzione dell'Eucarestia, ci proponga come testo del Vangelo la lavanda dei piedi, come per invitarci a volgerci verso i nostri fratelli prima di comunicarci col Corpo e col Sangue che faranno di noi (ossia di me e dei miei fratelli) un Corpo solo.

Di fatto, partecipando all'Eucarestia, noi diveniamo ciò che riceviamo: il Corpo di Cristo! Quanto dovrebbe meravigliarci questo!

Ma siamo davvero affascinati dall'essere lo stesso corpo del vicino che ci infastidise, della vicina che ci dà sui nervi, di questa moltitudine di fratelli e sorelle della terra che hanno tanti meno ideali quanto più ci sono vicini e quanto più li conosciamo, o perlomeno pensiamo di conoscerli?

 

 

 

 
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