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Nuntio Vobis
dic
18
2022
Riflessioni
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Scritto da Redazione
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domenica 18 dicembre 2022 |
+ Dal Vangelo secondo Matteo
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa "Dio con noi".
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Riflessione
Nel racconto di Matteo campeggia la figura
di Giuseppe come autentico "giusto", cioè vero servo di Dio, umile,
obbediente e disponibile agli oscuri ma sempre benevoli disegni di Dio.
Egli è l'uomo giusto anche perché crede alle promesse di Dio nel momento
in cui queste risultano strane e improbabili e, comunque, scomode. La
vicenda di Giuseppe è esemplare per noi, perché Giuseppe è un vero
figlio di Abramo, padre dei credenti.
Il falegname di Nazareth è grande
perché davvero grande è la sua fede. Per questo uomo umile, disponibile e
fedele. Credere è lasciar fare a Dio. Credere è "consegnarsi a Dio
totalmente e liberamente" (Dei Verbum, 5), senza condizioni e senza
riserve, senza ritardi e senza rimpianti, senza ricatti e senza
sospetti.
Un secondo messaggio dello sposo di Maria riguarda la
concezione della vita come mistero, come vocazione: la vita è una
"missione speciale".
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dic
11
2022
Riflessioni
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Scritto da Redazione
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domenica 11 dicembre 2022 |
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: "Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via".
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
Riflessione
Sei tu o dobbiamo aspettare un altro?
Giovanni, il profeta granitico, il più grande, non capisce. Troppo diverso quel cugino di Nazaret da ciò che la gente, e lui per primo, si aspettano dal Messia. Dov'è la scure tagliente? E il fuoco per bruciare i corrotti?
Il dubbio però non toglie nulla alla grandezza di Giovanni e alla stima che Gesù ha per lui. Perché non esiste una fede che non allevi dei dubbi: io credo e dubito al tempo stesso, e Dio gode che io mi ponga e gli ponga domande. Io credo e non credo, e lui si fida. Sei tu? Ma se anche dovessi aspettare ancora, sappi che io non mi arrendo, continuerò ad attendere.
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dic
04
2022
Riflessioni
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Scritto da Redazione
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domenica 04 dicembre 2022 |
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: "Abbiamo Abramo per padre!". Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell'acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Riflessione
Seconda Domenica di Avvento...chi farà un salto a messa sentirà un "folle" definito come "voce che grida nel deserto". Una voce che grida nel deserto e, per di più, che invita a seguire Gesù... Sembra strana come ambientazione, una situazione paradossale quella di Giovanni Battista. A chi sarà venuto in mente di piazzare l'Annuncio in mezzo al nulla di un deserto?
A volte vorrei consigliare a Dio di essere più esplicito, più scenografico, più evidente. Come sarebbe facile ascoltare la sua voce, riconoscerla tra tante, capire quale sia la scelta giusta da fare. Come sarebbe facile credere, dare più spazio a Dio nella propria vita e farlo conoscere agli amici.
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nov
27
2022
Riflessioni
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Scritto da Angela Fariello
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domenica 27 novembre 2022 |
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell'uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l'altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l'altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo».
C'era una volta...
È l'inizio delle più belle storie, quelle che da bambini ci facevano sognare. Quelle che avremmo voluto asoltare ancora, e ancora, e ancora, fino ad addormentarci.
Siamo abituati a pensare che le storie siano roba da bambini, perché siamo disincantati, adulti, saggi. Sappiamo bene come va la vita, che i draghi non esistono, che il lieto fine è un modo per edulcorare la realtà.
Ma, diceva Chesterton, e fiabe non servono a raccontare che i draghi esistono, ma a raccontare che si possono sconfiggere.
E cos'è il Natale, se non la storia più bella mai raccontata? La più bella, perché racconta di Dio che ti insegna a sconfiggere il male insieme a lui. La più bella perché a differenza delle altre storie che conosciamo è vera, non solo storicamente, ma anche nel suo messaggio, nel modo in cui ha cambiato il mondo.
La storia più entusiasmante, perché parla a te, parla a me. Parla di un Dio che si è fatto bambino, che ha avuto freddo, che ha avuto bisogno di essere amato da un uomo e da una donna che si amavano e hanno detto il loro sì, ha avuto bisogno di avvicinarsi un po' di più a te, alla tua realtà, per amarti meglio.
E, stavolta, non è una storia per bambini. O meglio, non è solo per loro ma soprattutto per noi. Perché occorre aver capito cos'è la sofferenza, per comprendere l'Incarnazione. Occorre aver visto il male che c'è nel mondo, per chiedersi come mai Dio abbia voluto entrarci. Occorre aver conosciuto la morte di una persona cara o la disperazione, per capire che il senso della nascita di Dio è la sua morte e la sua Resurrezione.
In questo Avvento, riscopri la più bella storia mai raccontata, la storia più bella da raccontare. Quella storia che sa di Cielo e di Terra, di infinito e di quotidianità.
Buon cammino nella storia di Dio, buon viaggio verso Betlemme.
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nov
27
2022
Riflessioni
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Scritto da Redazione
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domenica 27 novembre 2022 |
1) Fai il PRESEPE: non aspettare la vigilia per fare il tuo presepe, inizia per tempo! È un simbolo che può aiutarti a focalizzare le tue giornate su Gesù in arrivo. Mettici qualcosa di tuo, la Sua storia entra nella tua storia...
2) Riscopri la PREGHIERA: trova qualche momento nella giornata per fare silenzio e spazio dentro di te. Prova a ripetere più volte "VIENI, SIGNORE GESÙ". Non servono molte parole, ma quelle che il cuore ti suggerisce.
3) Fai un atto di CARITÀ: attendere Dio significa anche saperlo riconoscere nei poveri, nei bisognosi, negli anziani, nell'amico che ha bisogno di essere ascoltato. Cerca un modo per donare qualcosa di tuo (una coperta, del cibo, un'offerta a un progetto, il tuo tempo)...
4) Chiedi PERDONO: Attesa è fare spazio e un cuore libero è capace di ricvere molto più Amore. In questi giorni trova il tempo per accostarti al sacramento della Confessione, chiedi perdono per quello che ti impedisce di amare fino in fondo e di accogliere Gesù nella tua vita.
5) Vivi la PAROLA: preparati alla Messa domenicale leggendo in anticipo le letture del giorno. Ogni giorno puoi dedicarti qualche minuto, meditare il Vangelo e chiederti se quelle parole vogliono dire qualcosa alla tua vita... accogli la sfida!
6) Torna all'ESSENZIALE: i giorni che precedono il Natale di solito sono caratterizzati dalla ricerca dei regali e dall'organizzazione dei pranzi. Non farti travolgere, non perdere troppi soldi e troppo tempo: i regali più belli sono quelli più semplici che rimandano a Gesù... fatti ispirare da Lui.
Buon Avvento!
Fonte: CORXII
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