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mar 19 2012
Quarta domenica di Quaresima PDF Stampa E-mail
Scritto da Angela Fariello   
lunedì 19 marzo 2012

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 LA SALVEZZA CON TE

 

Attiraci a te, o Padre Santo,
per mezzo della croce del tuo Figlio.
Le sue braccia aperte sulle ferite del mondo
ci rivelino l'immensità della tua compassione.
Perchè solo l'Amore salva!
Solo l'Amore conta!
Solo l'Amore vero non sbaglia mai...
La nostra notte con te non è notte...
il buio come luce risplende!

LA SALVEZZA PER TE

Dal Vangelo secondo Giovanni (3, 14-21)

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: 
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. 
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. 
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

 

 

LA SALVEZZA IN TE


E mentre sulle colline di Gerusalemme il sudario della notte si appresta a stendere avido il suo oscuro velo calando come un mesto sipario sulle fatiche degli uomini, lo schiudersi di Verità recondite inizia il suo incedere lento e inesorabile, profezia di un misterioso travaglio. Molto tempo è passato da quando il Rabbi di Nazareth è in mezzo a questo popolo, sempre più diviso e fazioso e, molti sono coloro che tra le urla e gli incitamenti si sono posti interrogativi su di Lui; tra questi emerge Nicodemo. Ma chi è costui al quale Gesù si presenterà con la strana immagine del "serpente di bronzo", ricordando gli scenari dell'Esodo?


Nicodemo è il fariseo per antonomasia, fedele custode e scrupoloso osservante della Legge, membro accreditato del Sinedrio, uomo onesto e di rette intenzioni, un intellettuale serio, un pensatore scevro da giudizi beceri, la cui notorietà è data dalla qualità del suo sapere e dalla saggezza della sua vita; insomma, una vera guida che tutti vorrebbero, una persona affidabile, affermata e influente, un vero maestro in Israele di sicura e provata ortodossia; Nicodemo è un uomo che ponendosi domande si mostra attento a Gesù, ma in maniera formale; il suo cuore è imbrigliato nei dogmi della sua religione e come tanti, non sa darsi risposte: ecco il suo cruccio, il suo tormento che come un tarlo lo screpola dal di dentro; ma non si scoraggia e, così accarezza un pensiero: desidera incontrare Gesù ora che è a Gerusalemme durante le feste di Pasqua! È l'occasione della sua vita... non la può perdere... ora o mai più! e così sarà! Finalmente! L'uomo per bene che tutti reputano inossidabile, ha capito che non può più seguire le sue convinzioni stratificate e assolute; e prende una decisione: nel cuore della notte, quando tutti dormono lui si mette in gioco e in cammino per avere un colloquio con Gesù. Si veste in fretta della sua corazza e, con i suoi fallimenti di una vita, corre verso la luce: tomentato e dilaniato dai dubbi, confuso e incerto di tante realtà si mette in ricerca della verità; la notte fatta per dormire per lui diventa lo spazio per pregare, pensare, riflettere, agire e fare verità sulla sua esistenza.

Che strano uomo! Fa tutto alla luce del sole, eppur si muove nel buio della notte per essere veramente se stesso... ma soprattutto per sfuggire al giudizio severo della gente. La notte così lo fa essere, lo fa esistere! E, nel cuore della notte, i gesti si incidono senza troppo rumore come note su un pentagramma: Gesù lo accoglie, lo ascolta, lo mette a suo agio, al centro dei suoi interessi, lo fa sentire profondamente amato e gli racconta un Dio diverso da quello in cui è abituato a credere: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perchè chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna" (Gv 3,16).


Dio è innamorato dell'uomo, di ogni uomo!
Noi lo pensiamo distaccato, separato, totalmente altro dalle nostre storie, dalle nostre vite sgangherate... pensiamo che egli sia il Dio delle norme opprimenti, il Dio della legge, delle vendette, delle condanne, delle schiavitù, dei castighi... invece non è così per fortuna: Gesù ci ha raccontato un altro Dio, diverso ed estroverso!

Il nostro è il Dio della gioia, della libertà, della bellezza, della vita, che si fa vicino, che si compromette con la storia, che non teme i contatti fisici, che fa della nostra corporeità l'epifania dell'eutopia; è il Dio che ti salva morendo, che ti ama dando la sua vita per te, che guarisce dai morsi velenosi dei serpenti (egoismi, individualismi...), che ridona la vita in un circuito d'eternità... E, il dono di Dio prende la forma di una croce a cui sei chiamato a credere e, l'amore diventa crocifisso: guardiamo a Lui e saremo salvi, saremo guariti.

Queste parole piene di consolazione e di certezza ti colmino di gioia e di speranza, mentre avanzi fiducioso verso il colle della Pasqua.

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