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mar 25 2012
Quinta domenica di Quaresima PDF Stampa E-mail
Scritto da Angela Fariello   
domenica 25 marzo 2012

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La salvezza con te

 

 

Solo quando avremo taciuto noi, Dio potrà parlare.
Comunicherà a noi solo sulle sabbie del deserto.
Nel silenzio maturano le grandi cose della vita:
la conversione, l'amore, il sacrificio.
Quando il sole si eclissa pure per noi,
e il Cielo non risponde al nostro grido,
e la terra rimbomba cava sotto i passi,
e la paura dell'abbandono rischia di farci disperare,
rimanici accanto.
In quel momento, rompi pure il silenzio:
per dirci parole d'amore!
E sentiremo i brividi della Pasqua.

 

 

don Tonino Bello

LA SALVEZZA PER TE

Dal Vangelo secondo Giovanni (12, 20-33)

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome». 
Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e lo glorificherò ancora!». 
La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire. 

 

LA SALVEZZA IN TE

 

A morire bene si impara... vivendo bene. Morte e vita sembrano fare a cazzotti, tanto ci sembrano incomatibili, e Gesù ci sollecita, se non vogliamo rimanere soli, se cioè non vogliamo che la vita ci scivoli addosso infruttuosa, alla fecondità del seme che muore. Sotto terra il chicco marcisce, si disintegra, non è più. Eppure, nella sua nullità, quel granello è capace di generare molto più di se stesso. Non deve fare neanche granchè: la terra, l'acqua, il concime, la mano sapiente dell'agricoltore si adopereranno per lui. Il seme, però, si deve fidare. Non c'è da temere! Anche quando mi sembrerà di non farcela, anche quando la vita mi avrà provato fino a sfibrarmi, anche quando vorrò gridare "basta!", soprattutto allora sarà sufficiente che io affidi la mia paura al Padre che sempre ascolta, nel Figlio, il grido di tutti i suoi figli. E, se pure l'alleanza con Lui a volte mi parrà inesorabilmente andata in malore, l'obbedienza di Gesù sulla croce sarà il lasciapassare per il suo cuore buono. Accadrà che, di prova in prova, di morte in morte, non solo ci saremo guadagnati la vita eterna ma avremo recuperato anche il senso di una vita spesa bene quaggiù. E, dove avremo seminato, magari pure con parsimonia, tanta era la paura di "sprecarci", una messe fiorirà.

 

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