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mar 29 2009
Riconciliatevi con Dio PDF Stampa E-mail
Scritto da Gianni Moralli   
domenica 29 marzo 2009
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E' facile sentire spesso dire: "Perchè confessarsi?". A questa domanda che oggi molti pongono a chi continua a sostenere il valore del sacramento del perdono, possiamo rispondere che la riconciliazione è la bellezza di Dio. Ci sono tante perplessità largamente condivise, ma fondate troppo spesso su un'errata concezione del sacramento. E il venir meno del senso del peccato, ben diverso dal "senso di colpa", indebolisce il cuore davanti allo spettacolo del male.
Eppure il bene c'è ed è molto più grande del male. La vita è bella e viverla rettamente, per amore e con amore, vale veramente la pena.

Ecco dove nasce il valore della confessione nella necessità di fare esperienza dell'amore di Dio. Ma perchè proprio davanti ad un sacerdote, "peccatore come me"? Scegliendo di inviare suo Figlio nella nostra carne, Dio dimostra di volerci incontrare mediante un contatto diretto, che passa attraverso i segni e i linguaggi della nostra condizione umana. Per questo confessarsi da un sacerdote è tutt'altra cosa che farlo nel segreto del cuore, esposto alle tante insicurezze e ambiguità che riempiono la vita. Nel segreto del cuore parte il primo collopray____by_mehmeturgut.jpgquio con Dio e la confessione ne è la naturale conseguenza per quella ricerca che da soli non siamo in grado di mantenere. Certo resta da chiedersi con quale diritto Dio ci chiede di uscire dalle nostre fatiche terrestri e piegarci davanti a Lui, ma a questo risponde la stessa esperienza di misericordia che la confessione permette. Ci viene offerto un volto di un Dio che conosce come nessuno la nostra condizione umana e le si fa vicino con tenerissimo amore. Ecco la bellezza di Dio: nel gesto supremo della morte e risurrezione di suo Figlio mostra un amore senza limiti per luomo. Un amore davanti al quale non resta che rispondere con altrettanto amore. Come accade per ogni storia d'amore, anche l'alleanza con il Signore va rinnovata senza sosta. Abbiamo visto in tv la fiction su Papa Wojtila ed in un determinato frangente della sua vita si è inginocchiato davanti al suo segretario di stato per chiedere umilmente perdono delle sue azioni... ed era un "uomo santo". La confessione, quindi, diventa il vero gesto di fedeltà, la tappa di un cammino fatto di tanti passi e di diverse fasi. In questa ottica allora la confessione diventa un incontro personale tra il peccatore pentito e il Dio vivente. E quei pochi minuti passati a dialogare con Dio per il tramite del confessore diventano un modo per "ritornare alla propria casa".

Non è forse vero che dopo esserci riconciliati con il Signore siamo maggiormente portati a gesti concreti di solidarietà verso una larga fascia di sventurati, di senza tetto, di bambini costretti ai margini della strada, delle vittime di strozzini senza scrupoli, di sfrattati, di barboni che quotidianamente bussano alla "mensa del povero"? Così come avviene da sempre nelle nostre case, nelle continuità di quanto trasmessoci dal Ven. Fondatore don Domenico Masi: " se diamo al povero con un sorriso, lo riceviamo da Dio con un abbraccio".

E' la gioia della Pasqua cristiana, auguri!

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