Prima di chiederti: «Che male ho fatto?», chiediti: «Che
bene ho fatto?». Consapevole che i peccati più gravi sono quelli di omissione,
interroga la tua coscienza sul compimento dei tuoi doveri familiari,
professionali, civili, sociali, ecclesiali.
Poiché
la morale cristiana è compendiata nel comandamento dell'amore, chiediti se ami
il Signore con tutto il cuore.
E poiché non è possibile amare il Signore senza
conoscerlo, chiediti se non ascolti mai la sua Parola e vivi nell'ignoranza religiosa.
Siccome, poi, l'amore di Dio non è mai
disgiunto dall'amore del prossimo, chiediti se ami concretamente le persone che
ti stanno vicino e quelli che hai incontrato nel cammino della vita.
Prima di chiederti quali singoli peccati hai commesso, chiediti
se ti trovi in stato permanente di peccato: in stato di infedeltà coniugale, in
stato di rancore, in stato di incompetenza professionale, in stato di pigrizia
nell'attività lavorativa, in stato di indifferenza nei confronti di chi ha
bisogno del tuo aiuto, in stato di idolatria perché al primo posto nella tua
vita, anziché il vero Dio, c'è l'idolo del denaro, del piacere, del tuo proprio
"io".
Prima di dire a te stesso: «non ho ammazzato, non ho
rubato, quindi sono a posto in coscienza», comincia a passare in rassegna i
comandamenti di Dio, che sono dieci e non due; e inoltre pensa che ci sono
molti modi di "ammazzare" (per esempio «ne uccide più la lingua che la spada»,
molti modi di rubare (per esempio, evadere il fisco, non compiere
diligentemente il proprio lavoro...).
|