La piazza nella quale sono celebrati a Toritto molti dei
riti e delle manifestazioni della nostra vita civile, sociale, religiosa e
culturale è stata violata da un inatteso quanto inaccettabile , spaventoso,
episodio di sangue che ha prodotto in un primo momento stordimento e
incredulità e poi rabbia e senso di rivolta contro chi ha trasformato un luogo
in cui si intrattengono pacifici cittadini , genitori con bambini che giocano,
anziani che si fanno compagnia , in un
teatro di violenza simile ai tanti che si verificano nelle squallide,
paurose e solitarie periferie delle
grandi città.
Lo shock è stato forte : non ce l'aspettavamo e non lo
meritiamo.
Ora si scatena il rimpallo delle responsabilità e la ricerca
di rimedi ad una situazione che , se non tenuta sotto controllo, non potrà che
sfociare in una cancrena che va estirpata tempestivamente prima che metta più
salde radici.
Piuttosto che guardare a cosa potrebbero fare gli altri , è
opportuno riflettere su ciò che può fare ognuno di noi , da subito, in direzione della prevenzione che è la cura
più efficace.
E da noi tutti, dalle nostre famiglie devono partire le
azioni più forti per quest'opera di prevenzione.
Occorre che le famiglie siano più attente a quello che i
figli, quando sono ancora giovanissimi, fanno fuori di casa .Se i figli
dispongono di denaro , di oggetti o di
beni di lusso di origine sconosciuta sarà necessario controllarne la
provenienza . E' necessario che i genitori parlino di più con i figli e mostrino esempi validi di vita morale
e di comportamenti improntati al rispetto della
legalità.
É opportuno che i genitori orientino i ragazzi
verso esperienze valide sotto il profilo della solidarietà e dell'aiuto agli
altri. La Parrocchia
li aspetta se i genitori li manderanno a fare
queste esperienze e non solo per i giochi, le attività ricreative e i passatempi.... D'altra parte la Parrocchia
non è una agenzia di organizzazione di attività socio-ricreative. In questo
campo sarebbe senz'altro perdente rispetto alla suggestione fortissima di sale-giochi, slot-machine, e quant'altro.
Alla famiglia, cioè a noi tutti, spetta poi il compito di chiedere (pretendere) dallo Stato una scuola migliore e soprattutto
più scuola.
Un ragazzo che sta di
più a scuola, sta di meno in strada.
Un ragazzo che ha una scuola che promuove il suo successo scolastico, che gli offre pari opportunità di riuscita rispetto ad altri più
avvantaggiati e gli assicura l'inclusione sociale (la piena integrazione)
, è molto più probabile che si mantenga lontano da esperienze negative.
Sappiamo quanto sia difficile parlare di valori e di impegno
nella scuola e nel lavoro, oggi, rispetto ai guadagni facili, al divertimento sfrenato, alla tendenza ad ottenere tutto e
subito. Tutto questo non può che portare
irrimediabilmente alla devianza.
Attenzione! Non si
tratta del solito discorso moralistico . Nelle nostre regioni meridionali (Puglia, Campania, Calabria e Sicilia), più soggette al rischio della
dispersione scolastica, assieme ad altri interventi, molto possono l'istruzione scolastica e la formazione.
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