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mar 25 2018
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Scritto da Redazione   
domenica 25 marzo 2018

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INIZIO E FINE

 

Era circa il 330 a.C. e il grande filosofo Aristotele ci consegnava un geniale trattato sull'arte della narrativa. Il titolo è un chiaro proclama di intenti: Poetica.

 

Uno dei punti saldi della sua cavillosa analisi è presto detto: la tragedia deve avere un principio, una parte centrale e una fine. Questa dichiarazione, nella sua lapalissiana evidenza, ci lascia piuttosto stupiti.

 

Occorreva il genio di Aristotele per dirci che una storia inizia e finisce? Evidentemente sì. Perchè pare che i geni siano quelli che riescono a dire con chiarezza disarmante ciò che tutti vedono e sanno, ma non hanno detto ancora compiutamente.

 

Però va detta una cosa che Aristotele ha forse sottovalutato. Ci sono storie che iniziano dalla fine. O, meglio, che iniziano quando tutti sembra ormai finito.

 

È  il caso della vicenda di Gesù di Nazaret. La sua nascita è raccontata nei Vangeli. Ma con essa non comincia poi granchè: solo la vita di Gesù. Gli eventi che hanno segnato il suo percorso umano, hanno aperto strade e ne hanno chiuse altre. Ma sono stati inizi incerti.

 

Poi Gesù fa una cena. Che è l'ultima. Così continuiamo a chiamarla a distanza di secoli. Eppure quella che doveva essere una conclusione apre una storia inedita.

 

Intorno a una mensa di vacillanti discepoli, Gesù dona il germe della vita nuova. Spezza il pane e versa il vino, segni eloquenti di un dono totale di sè. Veste l'abito del servo, per lavare i piedi, perchè sia inaugurato un servizio che accoglie e rilancia.

 

L'ultima cosa che Gesù fa con i suoi, fu colorata di novità e di eternità, come dice la colletta della celebrazione di oggi, precisando che Gesù, in quella cena

 

«Affidò alla Chiesa il nuovo ed eterno sacrificio,
convito nuziale del suo amore».

 

Si chiudeva un tempo inedito. Immerso nell'atmosfera amorosa di un convito di nozze. Il tempo della Chiesa che celebra la sua fede, facendo memoria attiva ed efficace del proprio Maestro.

 

Il tempo della Chiesa che si riconosce povera e peccatrice, ma infinitamente amata dal suo Signore, che dà la vita per lei. Il tempo della Chiesa che si prepara a uscire per le strade del mondo, non senza aver ricevuto il sigillo e la forza dello Spirito Santo.

 

In questo tempo, tu ed io possiamo vivere il sano protagonismo dell'amore e della tenerezza. Addentriamoci, allora, in questo mistero di amore che ci rigenera e ci abbraccia.

 

Fonte: "In cammino - Pasqua 2018", di Annamaria Corallo, Edizioni EDB

 

PREGHIERA

 

Signore,
accetta l'umile ringraziamento
dei tuoi servi
per il grande dono del sacerdozio
ministeriale e dell'Eucariestia,
che ci hai lasciato come tuo memoriale.

Amen

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