Home arrow Nuntio Vobis arrow Seconda Domenica di Avvento
dic 08 2013
Seconda Domenica di Avvento PDF Stampa E-mail
Scritto da Angela Fariello   
domenica 08 dicembre 2013
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!
 

2_avvento13.jpg





O Maria, pellegrina di bontà,
Tu hai camminato accanto a Gesù
e sei stata gioiosamente
Madre e serva del progetto di Dio.
Affidiamo a Te la nostra vita
con la fiducia serena
che attira ogni figlio
tra le braccia della sua Madre.

Vigila, o Maria,
sulla crescita di Cristo in noi
e nelle nostre famiglie:
ogni nostra casa sia una Santa Casa
e ogni nostra famiglia
sia una Santa Famiglia
abitata dalla pace e dall'amore.

II sì che ti rese Madre di Dio
e di tutti i figli di Dio
risuoni in ciascuno di noi.
Insegnaci ogni giorno il tuo si, o Maria,
per amare il Cielo restando sulla terra,
per stare nel mondo senza appartenergli,
per vivere operosi e sereni
nell'attesa arrivare a casa con Te.
Amen.

(Giovanni Paolo II)














 
Giovanni è la lucerna, Cristo la luce vera
Giovanni sembra interposto quasi limite dei due Testamenti, dell'Antico e del Nuovo. Impersona così l'Antico e si fa banditore del Nuovo. Quanto all'Antico, nasce da vecchi; prefigurando il Nuovo, è chiamato profeta fin dal grembo materno. Poichè, non ancora nato, al sopraggiungere di Maria, balzò di gioia in seno della madre. Fin d'allora veniva designato; era già eletto prima di nascere: viene presentato quale precursore di colui dal quale non era stato ancora venduto. Questi sono eventi divini, superiori alla debolezza umana. Detto in breve, nasce, riceve il nome, si scioglie la lingua del padre. Se Giovanni avesse presentato se stesso, la bocca di Zaccaria non si sarebbe schisa. Si scioglie la lingua perchè nasce la voce; quando infatti a Giovanni, ormai impeganto ad annunziare il Signore, fu chiesto: Tu chi sei? (Gv 1, 22), rispose: Io sono voce di uno che grida nel deserto (Gv 1, 23).

Agostino, Discorso 293,2-3
COMMENTO AL VANGELO

PER LA RIFLESSIONE

Basta guardare un notiziario per cadere in depressione.
Ci fosse un Battista da qualche parte, e ce ne sono, tutti accorrerebbero per sentirsi proporre una via d'uscita, un cammino che porti fuori dal tunnel, che ci ridia speranza.
Ci prepariamo al Natale per essere presi, non lasciati.
Presi dalla sconcertante notizia di un Dio che rischia tutto diventando un bambino fragile e inerme.
Molti cristiani pensano di essere tali semplicemente perchè credono nella venuta nella storia del Signore Gesù; ma non c'è bisogno di essere cristiani per crederlo! Siamo cristiani se desideriamo, nella semplicità e nella povertà del desiderio, che Cristo nasca nei nostri cuori.
Animo, cercatori di Dio, ammaliati da Cristo, affascinati dalla sua Parola, animo!
Uomini e donne ci annunciano la venuta di Cristo nella Gloria, mentre a noi è dato di accoglierlo nella storia personale di ciascuno.
Isaia, immenso profeta, sogna un mondo in cui il Mesia riporta l'armonia che abbiamo preso per strada. Paolo, alla fine del suo percorso di annunciatore, scrive ai cristiani di Roma invitandoli a tenere viva la speranza a partire dalla consolazione che ci deriva dall'ascolto delle Scritture, fissate e scritte apposta per noi.
Certo: la Storia grande è al di sopra e al di là della nostra capacità di comprensione. Ma nel cammino verso la totalità, la Parola e la Profezia ci aiutano a conservare la speranza, nell'attesa che venga il Signore della gloria. 

 

Oggi Giovanni il folle ci scuote con parole che schiaffeggiano, invece di accarezzare. Il Battista, con la sua vita, proclama il primato di Dio sulla Storia, richiama tutti ad uscire da una visione stereotipata e immobilista della fede per incontrare l'inaudito di Dio. Persone ragguardevoli e devote come i farisei sono duramente criticate perchè la loro grande fede è rovinata da un ritualismo e da un moralismo esasperato. Giovanni li scuote: non basta fare gesti (audaci) come ricevere il Battesimo per convertirsi, occorre cambiare vista, prospettiva, pensiero, abitudine. È un monito indirizzato a chi, tra noi, è già discepolo: siamo chiamati ad interrogarci continuamente sul rischio dell'abitudine alla fede. Anche la più autentica devozione rischia di sconfinare nell'esteriorità, svuotando la fede dall'incontro con Dio. 

AddThis Social Bookmark Button
 
< Prec.   Pros. >

Vinaora Visitors Counter

mod_vvisit_countermod_vvisit_countermod_vvisit_countermod_vvisit_countermod_vvisit_countermod_vvisit_countermod_vvisit_countermod_vvisit_counter
mod_vvisit_counterToday1651
mod_vvisit_counterYesterday3757
mod_vvisit_counterThis week11973
mod_vvisit_counterThis month1651
mod_vvisit_counterAll9237471

Login

Live Users

Created by Francesco Benedetto