ASCOLTIAMO LA PAROLA

Dal Vangelo secondo Matteo Mt 1,20-23

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa "Dio con noi".
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. 

PER RIFLETTERE

Il sì di Giuseppe è fondamentale nella storia della salvezza. A lui viene chiesto di accogliere un ruolo difficile: quello di mostrarsi come non è, di fare il padre adi un figlio non suo. Una situazione anomala e spinosa. Il suo sì è impegnativo, gli viene chiesto di mettere da parte i suoi progetti, di giocarsi la vita e accettare di vivere un ruolo secondario dove la sua volontà lascia spazio completamente al disegno di Dio. Diviene il custode non solo di un figlio, ma anche della realizzazione del progetto divino. "Non temere": e il sogno risponde alle domande! C'è una grande umanità descritta nelle reazioni di Giuseppe, uomo giusto, che pensa a come uscire dall'impasse.
Eppure gli basta un sogno nel quale riconosce il messaggero di Dio che gli parla e su questa fede accetta di fidarsi completamente, facendo un salto nel buio. Nessuna certezza se non la Parola! Ed ecco realizzarsi la sua speranza: è nel fidarsi e nell'uscire dai propri schemi che l'intervento di Dio rende fattibili e ordinarie anche le
cose meno usuali. È il miracolo della fede: costatare come, al di là della propria ricerca e del proprio impegno, c'è un Altro che lavora con noi e per noi. 

PER PREGARE

O Dio, Padre buono,
tu hai rivelato la gratuità
e la potenza del tuo amore,
scegliendo il grembo purissimo di Maria
per dare carne al Signore della vita
e hai scelto l'obbedienza e la fedeltà
di Giuseppe per dare casa a Tuo Figlio.
Insegna anche a noi ad accoglierlo
e fargli spazio nel nostro cuore e nella nostra vita,
con l'ascolto della tua Parola, nella fiducia della Tua presenza,
nell'obbedienza della fede e nei gesti di carità.

DA "AMORIS LAETITIA" DI PAPA FRANCESCO

Dio pone il padre nella famiglia perché, con le preziose caratteristiche della sua mascolinità, «sia vicino alla moglie, per condividere tutto, gioie e dolori, fatiche e speranze. E [perché] sia vicino ai figli nella loro crescita: quando giocano e quando si impegnano, quando sono spensierati e quando sono angosciati, quando si esprimono e quando sono taciturni, quando osano e quando hanno paura, quando fanno un passo sbagliato e quando ritrovano la strada; padre presente, sempre. Dire presente non è lo stesso che dire controllore. Perché i padri troppo controllori annullano i figli». Alcuni padri si sentono inutili o non necessari, ma la verità è che «i figli hanno bisogno di trovare un padre che li aspetta quando ritornano dai loro fallimenti. Faranno di tutto per non ammetterlo, per non darlo a vedere, ma ne hanno bisogno». Non è bene che i bambini rimangano senza padri e così smettano di essere bambini prima del tempo. (n. 177) 

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