E noi, che cosa dobbiamo fare?
Il Signore, l'Onnipotente, la speranza d'Israele, si fa chiamare Emmanuele, cioè colui che sta con noi, passeggia con noi alla brezza del tramonto, vive con noi, soffre con noi, fino alla fine dei giorni. E nel momento della prova, sarà ancora di più Dio-con-noi.
PER LA RIFLESSIONE E LA PREGHIERA
Giovanni, l'amico dello Sposo (Gv 3,29), prepara il popolo alla venuta del Signore. È un uomo dalla personalità forte, si presenta alle folle vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangia cavallette e miele selvatico (cfr. Mc 1,6). Egli proclama a tutti, con libertà e con passione, un battesimo di conversione per il perdono dei peccati (cfr. Mc 1,4).
Giovanni invita con forza gli uomini e le donne a ravvedersi, per prepararsi ad accogliere il Veniente, il figlio dell'Altissimo. In molti gli chiedono: "Che cosa dobbiamo fare?" (Lc 3,10).
Denuncia con libertà il male del peccato e le ingiustizie: non deve rispondere ad altri padroni se non a Dio, non ha altri interessi che quelli di Dio.
Sceglie di stare abitualmente dalla parte dei poveri e degli indifesi, perchè sa che Dio stesso è dalla loro parte (cfr. Evangelii gaudium, n.2).
Rende credibile con chi incontra, la scelta del suo cammino coerente di vita. Esorta con vigore a non fermarsi al solo rito del Battesimo e ad intraprendere un itinerario di conversione, per un cambiamento reale, autentico.
Il Battista chiede di amare il prossimo attraverso scelte concrete, privilegiando i poveri, con i quali condividere il necessario.
In questo tempo in cui la vita dei credenti è costellata da incontri, da convegni, c'è il rischio di ridurre il Vangelo ad un'analisi sociologica o ad una conoscenza intellettuale. Ognuno, in realtà, è chiamato a rendere visibile il Veniente attraverso gesti concreti: «portare una parola e un gesti di consolazione ai poveri, annunciare la liberazione a quanti sono prigionieri delle nuove schiavitù della società moderna, restituire la vista a chi non riesce più a vedere perchè curvo su se stesso, e restituire dignità a quanti ne sono stati privati» (Misericordiae Vultus, n.16). La coerenza di vita evangelica, testimoniata nelle scelte di vita quotidiana personale o fraterna, è la cartina di tornasole per la credibilità della fede di chi vuole seguire radicalmente il Signore.
È la condizione per poter annunciare la presenza di Dio nella storia degli uomini e delle donne del nostro tempo, dell'Emmanuale che sempre si fa compagno di strada di ogni vivente.
O Emmanuele, nostro re e legislatore, speranza e salvezza dei popoli:
vieni a salvarci, o Signore nostro Dio.
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