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dic 13 2015
Terza domenica di Avvento PDF Stampa E-mail
Scritto da Angela Fariello   
domenica 13 dicembre 2015
E noi, che cosa dobbiamo fare?
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Il Signore, l'Onnipotente, la speranza d'Israele, si fa chiamare Emmanuele, cioè colui che sta con noi, passeggia con noi alla brezza del tramonto, vive con noi, soffre con noi, fino alla fine dei giorni. E nel momento della prova, sarà ancora di più Dio-con-noi.

 

PER LA RIFLESSIONE E LA PREGHIERA

 

Giovanni, l'amico dello Sposo (Gv 3,29), prepara il popolo alla venuta del Signore. È un uomo dalla personalità forte, si presenta alle folle vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangia cavallette e miele selvatico (cfr. Mc 1,6). Egli proclama a tutti, con libertà e con passione, un battesimo di conversione per il perdono dei peccati (cfr. Mc 1,4).

Giovanni invita con forza gli uomini e le donne a ravvedersi, per prepararsi ad accogliere il Veniente, il figlio dell'Altissimo. In molti gli chiedono: "Che cosa dobbiamo fare?" (Lc 3,10).

Denuncia con libertà il male del peccato e le ingiustizie: non deve rispondere ad altri padroni se non a Dio, non ha altri interessi che quelli di Dio.

Sceglie di stare abitualmente dalla parte dei poveri e degli indifesi, perchè sa che Dio stesso è dalla loro parte (cfr. Evangelii gaudium, n.2).

Rende credibile con chi incontra, la scelta del suo cammino coerente di vita. Esorta con vigore a non fermarsi al solo rito del Battesimo e ad intraprendere un itinerario di conversione, per un cambiamento reale, autentico.

Il Battista chiede di amare il prossimo attraverso scelte concrete, privilegiando i poveri, con i quali condividere il necessario.

In questo tempo in cui la vita dei credenti è costellata da incontri, da convegni, c'è il rischio di ridurre il Vangelo ad un'analisi sociologica o ad una conoscenza intellettuale. Ognuno, in realtà, è chiamato a rendere visibile il Veniente attraverso gesti concreti: «portare una parola e un gesti di consolazione ai poveri, annunciare la liberazione a quanti sono prigionieri delle nuove schiavitù della società moderna, restituire la vista a chi non riesce più a vedere perchè curvo su se stesso, e restituire dignità a quanti ne sono stati privati» (Misericordiae Vultus, n.16). La coerenza di vita evangelica, testimoniata nelle scelte di vita quotidiana personale o fraterna, è la cartina di tornasole per la credibilità della fede di chi vuole seguire radicalmente il Signore.

È  la condizione per poter annunciare la presenza di Dio nella storia degli uomini e delle donne del nostro tempo, dell'Emmanuale che sempre si fa compagno di strada di ogni vivente.

 

O Emmanuele, nostro re e legislatore, speranza e salvezza dei popoli: 
vieni a salvarci, o Signore nostro Dio. 

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