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mar 16 2014
Seconda domenica di Quaresima PDF Stampa E-mail
Scritto da Angela Fariello   
domenica 16 marzo 2014

trasfigurazione.jpgCi sono cristiani che sembrano avere uno stile di Quaresima senza Pasqua.

Però riconosco che la gioia non si vive allo stesso modo in tutte la tappe e circostanze della vita, a volte molto dure.

 

Si adatta e si trasforma, e sempre rimane almeno come uno spiraglio di luce che nasce dalla certezza personale di essere infinitamente amato, al di là di tutto.
Capisco le persone che inclinano alla tristezza per le gravi difficoltà che devono patire, però poco alla volta bisogna permettere che la gioia della fede cominci a destarsi, come una segreta ma ferma fiducia, anche in mezzo alle peggiori angustie: «Sono rimasto lontano dalla pace, ho dimenticato il benessere... Questo intendo richiamare al mio cuore, e per questo voglio riprendere speranza. Le grazie del Signore non sono finite, non sono esaurite le sue misericordie. Si rinnovano ogni mattina, grande è la sua fedeltà ... È bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore» (Lam 3,17.21-23.26). 

 

Papa Francesco - Evangelii Gaudium n.6

 

COMMENTO

 

"Ho visto la luce" è una frase storica di un vecchio film che ha fatto la storia del cinema e della musica. Ma credo che nessuno come i tre discepoli sul monte Tabor, abbia visto una luce tanto straordinaria e abbia ascoltato parole tanto profonde. Quella voce luminosa del Padre che ha coperto gli amici di Gesù, può squarciare ogni paura e ogni dubbio. Parole di luce che parlano di un Amore che abbraccia anche i timori più grandi. Un ‘esperienza che cambia la vita, anzi che ti fa guardare la vita con occhi nuovi, con occhi di luce.

 

 

PREGHIERA

 

 

La tua Trasfigurazione, Cristo, getta una luce abbagliante
sulla nostra vita quotidiana e ci fa rivolgere la mente al destino
immortale adombrato in questo evento.
Sulla cima del Tabor, tu, Cristo, disveli per qualche istante
lo splendore della tua divinità e ti manifesti ai testimoni prescelti
quale realmente sei, il Figlio di Dio,
«l' irradiazione della gloria del Padre
e l'impronta della sua sostanza».
Ma fai vedere anche il trascendente destino
della nostra natura umana che hai assunto per salvarci,
destinata anch'essa, perché redenta dal tuo sacrificio d' amore
irrevocabile, a partecipare alla pienezza della vita,
alla «sorte dei santi nella luce ».
Quel corpo, che si trasfigura davanti agli occhi attoniti degli
apostoli, è il tuo corpo, o Cristo nostro fratello,
ma è anche il nostro corpo chiamato alla gloria:
quella luce che lo inonda è e sarà anche
la nostra parte di eredità e di splendore.
Siamo chiamati a condividere tanta gloria
perché siamo «partecipi della natura divina».


(Paolo VI) 

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