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Editoriale di don Marino Cutrone pubblicato sul numero di Dicembre 2013 de l'incontro
 Mentre pensavo a cosa scrivere sul nostro periodico l'Incontro per il numero natalizio e di fine anno, mi è capitato di leggere uno scritto per il Natale del 2004 dell'allora Card. Mario Bergoglio. Visto che quel cardinale, oggi Papa Francesco, prima ancora di essere riconosciuto dal Time la "persona dell'anno" è stato il dono che lo Spirito ha fatto proprio quest'anno alla Chiesa e al mondo, cedo volentieri la penna a lui e vi propongo questo suo scritto:
"Nel racconto della nascita di Gesù, quando gli angeli annunciano ai pastori che è nato il Redendore si legge: "Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia" . Questo è il segno: l'abbassamento totale di Dio. Il segno è che, questa notte, Dio si è innamorato della nostra piccolezza e si è fatto tenerezza; tenerezza per ogni fragilità, per ogni sofferenza, per ogni angoscia, per ogni ricerca, per ogni limite. Il segno è la tenerezza di Dio,che è il messaggio che cercavano tutti quelli che chiedevano un segno a Gesù, il messaggio che cercavano tutti quelli che erano disorientati, quelli che erano nemici di Gesù e lo cercavano dal profondo della loro anima, il segno era proprio questo: la tenerezza di Dio, quel Dio fatto tenerezza, quel Dio che accarezza la nostra miseria, quel Dio che si è innamorato della nostra piccolezza.
Oggi ci viene proclamato questo: la tenerezza di Dio. Il mondo continua a camminare, noi uomini continuiamo a cercare Dio, ma il segno rimane sempre questo. Contemplando il Bimbo nato in una mangiatoia, contemplando questo Dio fatto bambino, innamorato della nostra piccolezza, questa notte nasce spontanea questa domanda: tu senti la tenerezza di Dio per te? Ti lasci accarezzare dalla tenerezza di un Dio che ti ama, di un Dio fatto tenerezza? O sei intrattabile e non ti lasci trovare da questo Dio? Tu puoi rispondere che stai cercando Dio. La cosa più importante, però, non è che tu cerchi Dio, ma che tu ti lasci trovare da Lui, nelle carezze, nella tenerezza. Questa è la prima domanda che questo Bambino con la sua sola presenza oggi ci rivolge: ci lasciamo amare da questa tenerezza?
Inoltre, tu sei animato a farti tenerezza per tutte le situazioni difficili, per ogni problema umano, per chi hai vicino, o preferisci la soluzione burocratica, esecutiva, fredda, efficientista, non evangelizzatrice? Se è cosi, hai paura della tenerezza che Dio ha usato con te? Questa è la seconda domanda di oggi. Mi faccio carico, nei miei comportamenti, di questa tenerezza che ci deve accompagnare lungo la vita, nei momenti di gioia, di tristezza, di croce, di lavoro, di conflitto, di lotta? Questo è ciò che la notte di Natale ci dona. Quando vediamo che un Dio si innamora della nostra piccolezza, che si fa tenerezza per accarezzarci meglio, un Dio che è tutto mansuetudine, vicinanza, prossimità, non ci resta altra cosa che aprire il nostro cuore e dirgli: "Signore, se tu lo hai fatto così, aiutami, dammi la grazia della tenerezza nelle penose situazioni della vita, dammi la grazia della prossimità davanti a tutte le necessità umane, dammi la grazia della mansuetudine davanti ad ogni conflitto. Chiediamolo, questa è una notte fatta per chiedere....e mi azzardo a darvi un compito a casa: questa notte o domani, che non passi il giorno di Natale senza esservi presi un momentino di silenzio e domandarvi: sento la tenerezza di Dio per me? Ed io ho la tenerezza per gli altri? Ho la tenerezza verso le situazioni limite?
Uso mansuetudine nel lavoro e nei conflitti? E che Gesù ti risponda. Sicuramente lo farà".
Lasciamoci toccare dalla tenerezza di Dio. Buon Natale a tutti!
don Marino
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