Siamo tutti spiazzati, ancora.
Ecco Dio. Ecco com'è veramente.
Lontano mille chilometri dall'orribile immagine che di lui ci siamo fatti.
Ecco Dio: inerme, possente, fragile, debole per scelta.
Maria ha creduto nelle parole dell'angelo e ha messo la sua vita nelle mani di Dio. E ora è lì, con il mistero dell'Universo che stringe a sè. Frastornata e meditabonda, con il suo cuore, immenso di discepola, altalenante fra il gioire dell'essere diventata madre e lo stupirsi del tenere Dio aggrappato al collo.
Giuseppe siede stanco.
Anche lui ha detto sì, ma il suo è stato più sofferto, faticoso.
I suoi sogni ora sono i sogni di Dio. Il Padre lo ha reso padre, lui ora dovrà accudire Dio e sua madre, proteggerli e lasciarli crescere, loro così abitati dal Mistero, lui così consapevole che la vita non si misura dai risultati ma dalla fedeltà agli eventi.
Sulle colline intorno a Betlemmeci sono pastori, perdenti, zingari, arraffatori, uomini senza dignità, senza futuro, senza speranza. E un angelo appare loro.
Per voi, dice.
Una mangiatoia, dice.
Dio non fugge, non si nasconde, non fa il difficile. Si lascia trovare.
E vanno. Trovano Dio che abita in una mangiatoia, come se fosse un trono.
COMMENTO AL VANGELO
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