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set 24 2012
Intervista a don Marino Cutrone PDF Stampa E-mail
Scritto da Redazione   
lunedì 24 settembre 2012

rdmphoto.jpgA pochi giorni dalla celebrazione e dai festeggiamenti per il 25mo anniversario di sacerdozio di don Marino Cutrone, la redazione di Torittonline, ha pubblicato un'intervista a nostrol parroco.

 

Pubbblichiamo l'intervista su concessione della redazione di Torittonline.

 

Buongiorno don Marino, e grazie per averci concesso questa intervista. Innanzitutto le facciamo gli AUGURI per questo importante traguardo. Quando è nata la sua vocazione?

La mia vocazione è nata verso la fine della Terza Media a 14 anni, quando il vice-Parroco della Parrocchia che frequentavo da ragazzo  mi propose di partecipare ad un incontro al Seminario di Bari. All'inizio ero molto scettico ma decisi comunque di partecipare all'incontro.

L'impatto con il seminario non fu per niente bello, infatti non appena misi piede nel Seminario, dissi tra me e me: "In questo luogo non ci metterò più piede!".

Poi non è andata così: a fine giornata sono rimasto soddisfatto di quell'incontro, e infatti ci sono ritornato a giugno per tre giorni, e dopo ancora a fine agosto... fino a quando ci sono entrato definitivamente. I miei genitori erano perplessi, ma mi hanno lasciato libero. L'esperienza in Seminario è stata molto interessante, tanto da viverla non solo come ragazzo, ma poi anche come vice-Rettore. Quindi da quando ho finito le Scuole Medie Superiori è partito tutto...

 

Quando è stato ordinato?

Dopo aver trascorso il primo periodo di formazione nel Seminario di Bari, dove ho vissuto una bella esperienza di crescita umana e cristiana, decisi di continuare il mio cammino entrando nel Pontificio Seminario Teologico Regionale di Molfetta.

In questi 5 anni di studio filosofico/teologico e preghiera, di crescita e di confronto, ho riflettuto molto e mi sono lasciato aiutare/guidare nella scelta che stavo maturando. Molto importanti sono state il cammino condiviso con gli amici e la guida illuminata di alcuni sacerdoti. Non sono mancati momenti difficili: a 20 anni ho avuto anche un momento di crisi in cui stavo decidendo di lasciare e alcuni mesi prima di diventare sacerdote è venuto a mancare improvvisamente mio padre. Ma con l'aiuto di Dio tutto è stato superato e il 12 settembre 1987 nella Chiesa Madre di Palo del Colle sono stato ordinato Sacerdote dall'Arcivescovo di Bari Mons. Mariano A. Magrassi. Avevo poco più di venticinque anni.

 


 

 

Quale è stata la sua esperienza pastorale?

Dopo il 5° anno di Teologia, ero ancora seminarista, Mons.Magrassi mi chiamò perché mi voleva come educatore del Seminario. In seguito sono diventato Diacono e un mese prima del previsto sono stato ordinato Sacerdote e quindi sono stato per otto anni vice-Rettore del Seminario di Bari. Poi sempre Mons. Magrassi decise di mandarmi come Parroco nella Parrocchia di San Sabino di Bari (ndr: sul lungomare nella zona sud della città), dove sono restato per altri otto anni. Esperienza bella, interessante, anche se un po' particolare e per alcuni versi difficile essendo, tra l'altro, una Parrocchia di periferia. Però sono rimasto molto legato e affezionato alla comunità di San Sabino. Sono contento di aver fatto quella esperienza.

Trascorsi otto anni in una Parrocchia nella Città di Bari, Mons. Cacucci mi chiese di passare da un'esperienza di piccola Parrocchia di città ad una grande Parrocchia di paese, come quella di Toritto. Il Vescovo mi chiamò, per comunicarmi la sua intenzione di mandarmi a Toritto appena 15 giorni dopo la morte di don Pierino, (esattamente il 15 aprile 2002).  Dopo 5 mesi e precisamente il 29 settembre 2002 sono diventato Parroco di Toritto. Una parrocchia diversa, molto grande, con una storia alle spalle, unica nell'intero paese, ricca di gruppi, movimenti e associazioni, ricca di esperienze collaudate nel tempo. Che dire, sono contento di essere da dieci anni in questa Comunità Parrocchiale.

 

Quali differenze ha trovato tra la città e il paese?

La città ti offre tantissime possibilità, ha una mentalità diversa e più aperta. Il paese non offre molto, è più chiuso, si perde dietro il pettegolezzo, il ‘sentito dire' e a volte non riesce ad andare oltre... Credo anche che il paese abbia la possibilità di crescere, se vuole, e di andare avanti superando i pregiudizi comuni.

Mentre la città, però, è più "fredda", al contrario il paese è molto più "caldo", molto più accogliente e soprattutto devo dire che Toritto è un paese molto generoso. Ricordo il primo Santo Natale vissuto nella Parrocchia di Bari: la sera durante la Veglia di Natale c'erano forse una cinquantina di persone in una Chiesa grande. Sembrava completamente vuota e questo mi lasciò molto titubante. Invece il primo Santo Natale a Toritto è stato completamente diverso: le infinite confessioni di quella notte, come quella di Pasqua, la chiesa gremita per la Veglia, la notte dei Forai, le vie strette di Toritto con i profumi della cucina, l'aria di festa che si respira a Natale....è tutta un'altra cosa.

 

Sembra fin troppo scontato ricordare che 25 anni di vita sacerdotale possano essere, e infatti lo sono, tanti. La cosa che ha più significato è la qualità di una scelta che Lei ha fatto Sua nel modo più completo un quarto di secolo fa. Cosa hanno rappresentato questi venticinque anni  di  donazione  a  Dio e la sua vita spesa per gli altri e fra gli altri?

Venticinque anni sono volati, quasi non mi sembra vero. Spero che questi anni non siano trascorsi solo cronologicamente. Ho cercato di vivere bene la mia vocazione e il tempo è passato... Il Signore sa tutto! E se non ci sono riuscito chiedo perdono a Lui e a tutte le persone che ho incontrato sul mio cammino. Certamente le esperienze che ho vissuto hanno lasciano il loro segno. Io sono molto contento di questi 25 anni e soprattutto di aver fatto la scelta di consacrare la mia vita a Dio e ai fratelli. Se nascessi di nuovo rifarei la stessa scelta. Sono contento perché seguire Gesù Cristo che ti chiama e spendere e donare la propria vita per gli altri è molto bello. Non nascondo che a volte è anche faticoso perché fare il sacerdote non è sempre semplice. Io non direi ad un ragazzo "guarda che è facilissimo", però direi che è bello, questo si! Per cui ripeto sono contento per questi 25 anni e sono convinto che se uno risponde liberamente a questa vocazione e a questa chiamata non si pente di certo. Riesce a vivere la sua scelta bene anche se comporta delle rinunce. E' chiaro che se uno la subisce, tutto ne risente e tutto si vive male.

 

Spesso si sente dire, a volte in modo anche un po' polemico "Ma cosa fa un sacerdote?"

Eh... di sicuro non sta con il ventaglio in mano dalla mattina alla sera! (ndr: sorride). C'è veramente tanto da fare soprattutto se questo Sacerdote è anche Parroco. E devo dire che la Parrocchia di Toritto assorbe anche tanto. A volte qualcuno mi dice: "Perché non sei in piazza a passeggiare?" Lo farei volentieri perché sarebbe più facile e più bello, ma mi manca il tempo e soprattutto sono tante le cose che devo fare. Si tratta di incontrare le persone, di ascoltarle, di consigliare, di suggerire, di aiutarle per quel che è possibile e non parlo solo del Sacramento della Confessione, ovviamente sempre nel limite delle mie possibilità. Per non parlare anche di celebrazioni, di incontri, personali e comunitari, del tempo da dedicare alla preghiera per se e per i parrocchiani, pratiche da sbrigare, ecc..  Per cui se uno vuole vivere intensamente il suo sacerdozio ha la possibilità di farlo e per farlo ha bisogno del tempo. Ma la giornata a volte non basta. Tra l'altro il fatto che   i sacerdoti sono pochi, stanno diminuendo purtroppo, comporta per noi un impegno costante e maggiore.

 

Quali sono i progetti futuri per la Parrocchia di Toritto?

Il futuro è nelle mani di Dio, però rinnovo la mia disponibilità a creare, a proporre iniziative nuove, in collaborazione con le realtà del nostro paese, del territorio, concentrando maggiore attenzione ai giovani e alle famiglie. L'11 ottobre 2012 il Papa aprirà l' "Anno della Fede", che vuole essere uno stimolo a riflettere e soprattutto a riscoprire e a vivere il dono della fede. Questo è un impegno a cui tengo tanto.

 

Don Marino, La ringraziamo per la sua disponibilità e per averci concesso questa bella intervista. Le rinnoviamo gli auguri per questo grande traguardo, e speriamo di poterLa rivedere al più presto.

Grazie a voi ragazzi, e ricordo che sono sempre a disposizione per la Comunità torittese. A presto!

 

 

Fonte: Torittonline

Fotografia: Rocco Di Maggio

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