Autore: Muriel
Burbery
Casa editrice:
e/o
Collana: Dal
Mondo
Pagine: 335
Prezzo: 18,00
€
«Madame Michel ha l'eleganza del riccio: fuori è protetta da aculei,
una vera e propria fortezza, ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata
come i ricci, animaletti fintamente indolenti, risolutamente solitari e
terribilmente eleganti.»
"L'eleganza del riccio" è stato, nel
2007, il caso letterario francese. Il romanzo, grazie al passaparola, si è
aggiudicato il Prix des Libraires,
prestigioso premio assegnato dalle librerie. Nel 2008 il libro della Burbery è
arrivato in Italia, con tanto di fascetta che lo presentava come un bestseller
d'oltralpe, diventando un successo editoriale anche nella nostra nazione.
Muriel
Burbery ci porta in un elegante palazzo parigino raccontandoci la lussuosa vita
dell'alta borghesia che lo abita attraverso gli occhi di due personaggi: la
portinaia Renée e una ragazzina, Paloma. «Mi chiamo Renée. Ho cinquantaquattro anni. Da ventisette sono la
portinaia al numero 7 di rue de Grenelle [...]Sono vedova, bassa, brutta,
grassottella, ho i calli ai piedi e, se penso a certe mattine
autolesionistiche, l'alito di un mammut. Non ho studiato, sono sempre stata
povera, discreta e insignificante». Ma la vera Renée la si scopre pagina
dopo pagina, in una sorta di diario-confessione in cui la donna si svela al
lettore per quello che è: un'autodidatta dalla cultura straordinaria con gusti
musicali, artistici, filosofici e letterari di grande raffinatezza. Renée legge
Kant, commenta "L'ideologia tedesca"
di Marx, ascolta Purcell ed è una appassionata della cultura giapponese e dei
film di Ozu, il suo gatto si chiama Lev, in onore di uno dei personaggi di Anna Karenina di Tolstoj.
L'altra metà del romanzo è occupata dal punto di vista di
Paloma Josse, figlia dodicenne di un ex ministro. «Io ho dodici anni, abito al numero 7 di rue de Grenelle in un
appartamento da ricchi. (...) Si dà il caso che io sia molto intelligente. Di
un'intelligenza addirittura eccezionale. Già rispetto ai ragazzi della mia età
c'è un abisso. Siccome però non mi va di farmi notare, e siccome nelle famiglie
dove l'intelligenza è un valore supremo una bambina superdotata non avrebbe mai
pace, a scuola cerco di ridurre le mie prestazioni, ma anche facendo così sono
sempre la prima della mia classe».
La chiave di lettura è proprio questa: Renée impersona e
Paloma sembra. La prima cerca di incarnare tutti gli elementi dello stereotipo
"portinaia", anche se soffre quando è costretta ad abbruttire la propria lingua.
Paloma finge di essere una ragazzina mediocre, concentrata nella sua vita da
adolescente.
I due racconti
procedono in modo parallelo fino all'arrivo di un nuovo personaggio: Monsieur
Kakuro Ozu che riesce, grazie alla sua raffinata cultura, a smascherare le
altre due figure e a farle incontrare. È la capacità di Ozu di vedere al di là
di se stesso e di incontrare gli altri che permette ai due sguardi diversi , che
ugualmente sferzano il mondo lussuoso del numero 7 di rue de Grenelle, di
incontrarsi e di trovare conforto l'uno nell'altro.
Un romanzo percorso da un senso di tenerezza, dalla poesia
che impregna i piccoli gesti quotidiani e da un certo umorismo nella
descrizione di personaggi e situazioni. La
sua lettura è, però, resa più difficoltosa dalle numerose dissertazioni
filosofiche delle due protagoniste che interrompono la linearità e la
scorrevolezza del racconto.
"L'eleganza del
riccio" può essere considerata come una versione più moderna della Cenerentola
della nostra infanzia: l'incapacità di rompere gli schemi in cui
quotidianamente dividiamo la nostra vita.
L'articolo è pubblicato sul numero di gennaio 2009 de "l'incontro - periodico di cultura locale fondato da don Pierino Dattoli -
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