Il tempo quaresimale che abbiamo iniziato da poco, ci richiama alla purificazione del cuore.La conversione non è mai un fatto episodico ma è un atteggiamento costante, che interessa tutta la persona nelle varie stagioni della vita.
Con Gesù la conversione significa volgersi verso di Lui, camminare dietro a Lui, rimanere nel suo amore, osservare i suoi comandamenti, combattere con l'egoismo che ci disorienta e desertifica, significa cambiare "mentalità", modo di pensare ed intendere la vita.
IL VANGELO
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è icino; convertitevi e credete nel Vangelo».
MEDITARE E RIFLETTERE
Lo scenario biblico di questa prima domenica di Quaresima è il deserto, che nella tradizione biblica è il luogo della prova, della verifica, della solitudine con il nostro io profondo. È anche il luogo della parola, come deserto richiama il silenzio esteriore che può far emergere non solo le tante e troppe voci che ffollano la nostra mente, ma anche la voce di Dio che continua a parlarci, a voler dialogare con noi nell'intimità della nostra coscienza. Certamente siamo invitati ad entrare anche nello spazio della tentazione, ma con Gesù, per vincere, non da soli, ma con il suo aiuto.
Le tentazioni non si evitano ma si attraversano. "Senza tentazioni nessuno si salva, perché scompare la libertà" diceva il grande abate Antonio. Cedere alla tentazione è voltare le spalle a Dio e voler costruire l'esistenza in proprio anziché in collaborazione e comunione con Dio e con i fratelli che ci vivono accanto; è scegliere Dio o gli idoli, cioè li assoluti della nostra società: soldi, piacere, potere, successo.
Affrontare la tentazione, allora, è affrontare questi idoli nel deserto profondo di noi stessi nel quale difficilmente scendiamo per paura di misurarci con le nostre cupidigie e false consolazioni. Se con coraggio ci accorgiamo di essere cenere plasmata dalle mani di Dio, scopriremo che anche il nostro deserto può trasformarsi in una valle fiorita.
Marco annota che Gesù "stava con le bestie
selvatiche", anche noi sapremo convivere con quei sentimenti che se
prima ci facevano paura, ora non più, perché abbiamo imparato a
rinunciare ad essi e a vivere da riconciliati con noi stessi, con gli
altri e con Dio in un'armonia che ci ha restituito la pace interiore.
Van
Gogh ci ha pennellato l'immagine della solitudine interiore, quello
stato mentale che porta a non avere più fiducia in sé, negli altri e
ancor meno in Dio. Quella demotivazione che si fa abisso di angoscia e
paura, solitudine fisica e spirituale. Ognuno di noi può attraversare
anche brevemente questa valle deserta per situazioni contingenti, è
fondamentale recuperare la speranza di cui il Cristo ci ha raccontato
con la sua vita. A questa solitudine interiore che è isolamento, Gesù
risponde con un messaggio carico di forza: «Venite a me, voi tutti che
siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete
il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di
cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è
dolce e il mio peso leggero» (Mt 11,28-30).
In quale momento ho sentito il deserto dentro di me e mi sono accorto di essere nella più totale solitudine? Cosa ho provato?
Ho sperimentato la prossimità di Cristo che condivide anche le mie tentazioni e paure? In che modo la sua croce è per me speranza e forza nella prova?
In che modo la sensazione di solitudine interiore può essere risolta o trasformata in una grande maestra di vita?
PREGARE
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.
Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.
Fonte: Conferenza Episcopale Pugliese
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