Prima domenica di Quaresima |
Scritto da Redazione | |
sabato 09 marzo 2019 | |
Ascolta la Parola (Lc 4, 1-4.13) In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l'uomo"»... Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
Il Vangelo della prima domenica di Quaresima ci invita a sostare nel deserto, a svuotarci di quanto riempie la nostra vita, fossero anche bisogni basilari (il pane!), per ricalibrare l'esistenza, alla luce della Parola. Sì, perché abbiamo bisogno di parole portatrici di senso, che nutrano il cuore... Ma per coglierle (ed accoglierle) è necessario il silenzio. In ebraico "deserto" si dice midbar, che significa: luogo dove non ci sono esseri viventi, luogo dove non ci sono parole. Partiamo da lì, dal deserto, per riscoprire la forza del silenzio, primo grembo in cui sperimentare l'accoglienza del nuovo che irrompe nella storia: Dio. E se ci disorienta il suo arrivare in punta di piedi, ci rassicuri il fatto che per primo ha percorso la nostra precarietà, mostrandoci che prima di agire bisogna sostare, svuotarsi, scoprire di cosa ha fame e sete veramente il nostro cuore. Apri lo sguardo Leggendo la parola del Vangelo di Luca, ero "tentato" di ricorrere a commenti dotti. Mi sono imposto di non farlo! Satana mi induceva a preferire il sonno della coscienza! Negli anni, ho seguito il silenzio che era dentro di me e che in manifestazioni alterne di chiamata e di assopimento verso le fede, mi hanno costantemente seguito nella mia vita, facendomi accostare alla Bibbia per poi rifuggire dalla Parola di cui rifiutavo di cogliere il significato, allontanandomi da un fardello che mi pareva troppo pesante. Poi ho inteso: Mc 7, 14-15: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro». Pensare al lavoro, al guadagno, era per me credere di essere felice, di cercare illusorie fonti di sicurezza. Fraintendevo il significato di Amore! Ora per me, l'Amore, la pace, la serenità sono altro! La Parola delle Sacre Scritture nella mia vita emerge costantemente; e questo mentre devo scrivere o parlare nel mio lavoro: è assolutamente una costante. È anche cambiato l'approccio: il lavoro è diventato servizio e/o una fonte di sostentamento! Mi chiedo: ce la faccio a continuare il mio cammino con la costanza della fede e della preghiera? (Alberto)
Vieni, o Spirito Santo,
Questa settimana contemplo in silenzio le meraviglie della natura, osservandone colori, sfumature, profumi e suoni, e nel suo rispetto, provo ad evitare di inquinarla, camminando di più o andando in bicicletta, ringraziando ogni giorno Dio del dono che ci ha fatto.
Fonte: diocesi.vicenza.it |