mar 28 2018
Sabato santo
Scritto da Redazione   
mercoledì 28 marzo 2018

sabato_santo18.png

 

IL TEMPO CHE VERRÀ

 

Nel 2012, Arisa prestava la sua intensa voce a un testo particolarmente riflessivo. Il suo titolo è Il tempo che verrà. Una musica lieve accompagna parole di meditazione.

 

La canzone offre una bella occasione per rileggere i propri giorni. Rileggere quel tempo che «è guaritore» e, come «un fiume in piena porta tutto via con sé». Tempo davanti al quale fare un «bilancio di questo lungo viaggio».

 

Penso all'esperienza di Gesù di Nazaret. Il Sabato santo è il giorno che sigilla il suo fallimento. Dopo una morte ignobile, eccolo silente, in una tomba scavata nella roccia.

 

Il Sabato santo è un giorno di bilanci. Non so se lo sia stato per Gesù. Probabilmente lo è stato per i suoi discepoli e le sue discepole. Attarriti davanti ad una morte che hanno subito senza capirla. Forse potrebbe esserlo per noi.

 

Mi pare che il criterio offertoci dalla canzone di Arisa abbia un suo perchè: «Quello che spero è di aver donato un po' di me». Il criterio del dono resta l'unico davanti al quale fare un serio bilancio dei propri giorni.

 

Se hanno avuto senso è perchè abbiamo lasciato la nostra traccia, la nostra firma, il nostro profumo. Che profumo è stato? Di fresco? Di pulit? Di vita? Di giustizia? Di dono?

 

Certamente i giorni di Gesù hanno lasciato la loro scia di fiducia in un mondo possibile. Speranza da accogliere, condividere e costruire. Speranza che chiede le nostre mani e il nostro cuore.

 

La canzone va oltre. Ci accompagna ad allargare lo sguardo verso il futuro, poichè il nostro è un tempo «che cerca eternità». E oggi, forse più di ogni altro giorno, questa ricerca si fa intensa e affannosa, davanti alla porta chiusa di quella tomba.

 

Ma l'esperienza di Gesù non finisce davanti a quella porta sbarrata e silente. Oggi è solo un giorno di sosta. Chissà se, tra i vari preparativi per la festa di domani, il lavoro e gli impegni familiari, oggi troverai un po' di tempo per fermarti. 

 

Forse in compagnia di questa canzone, per guardare il tempo che è venuto e quello che verrà. E rileggervi i segni della presenza amante di Dio. Anche nelle notti dei nostri silenzi. Anche nel tempo che ci è parso muto d'amore. Anche negli incontri che ci hanno ferito e forse deluso.

 

 

E mettere tutto questo patrimonio di vita nelle mani forti di Dio. Quel Dio che oggi resta zitto davanti alla morte di suo Figlio. Ma il suo non è un silenzio di condanna o di rabbia.

 

È il silenzio che inaugura ogni stupore. Il silenzio che sa aprirli alla contemplazione di un nuovo inatteso. Il silenzio che sa far pace con i momenti no della vita.

 

Nel silenzio di oggi, puoi tornare a trovare lo stupore, il coraggio, la speranza e lo slancio per proiettarti con rinnovata energia verso il tempo che verrà.

 

 

 

FARE SILENZIO

 

Oggi cercherò un po' di silenzio.

Appena gli impegni di oggi mi daranno tregua, proverò a ritrovarmi. Devo decidere come.

Forse spegnerò un attimo il mio cellulare. O il computer. O la tv. O smetterò di inseguire i pensieri delle cose ancora da fare. E magari inizierò ad ascoltare il mio respiro. A sentire che vivo. E dire «Grazie!».

Forse mi accompagnerà la musica. Forse i rumori in sottofondo della strada. Ma proverò a lasciar scorrere sul mio cuore gli incontri, le azioni e le parole di quest'ultimo periodo.

Lì voglio provare a sentire la presenza di Dio che mi ama e mi accompagna.

 

 

 

Fonte: "In cammino, Pasqua 2018". di Annamaria Corallo, edizioni EDB

 

 

AddThis Social Bookmark Button