Il prossimo 27 aprile verranno canonizzati papa Giovanni XIII e papa Giovanni Paolo II.
Per favorire la partecipazione di numerosi fedeli, è stata presentata la
piattaforma digitale creata appositamente per l'evento: dal sito www.2popesaints.org
all'applicazione "Santo Subito" al progetto #2popesaints.
Le iniziative proposte riguardano l'apertura di
una pagina Facebook e Storify , un account Twitter , Instagram e Google + e un canale Youtube.
Papa Giovanni XIII - Perchè santo?
Angelo Roncalli era un uomo con una pazienza serena, capace di sopportare i disagi e
le prove della vita. Fin da giovane fece il proposito di alimentare sempre la fede,
non lasciarla invecchiare mai, cercando di rimanere sempre bambino di fronte a Dio,
come insegna Gesù nel Vangelo.
Fu un sacerdote libero da ambizioni di carriera e capace di cordiale collaborazione.
Come Vescovo prima e come Romano Pontefice poi, seppe sempre curare una forma collegiale
nell'esercizio dell'autorità, con una cura speciale per i sacerdoti e la loro formazione,
come per i laici spronandoli a un apostolato responsabile.
È a partire da questo costante desiderio di far crescere nella fede che si impegnò per
favorire la partecipazione attiva dei fedeli alla liturgia, così come ebbe sempre una
spiccata sensibilità ecumenica.
Visse la fede con una sensibilità vicina alle forme della pietà popolare: il culto
eucaristico nelle sue diverse espressioni come la visita e l'adorazione del SS. Sacramento;
la devozione al Cuore di Gesù, la devozione alla Madonna con la recita del Rosario e
la visita a molti santuari, la venerazione dei Santi, la preghiera per i defunti,
la pratica dei pellegrinaggi.
Fu capace di comunicare prediligendo forme semplici e immediate,
con immagini tratte dalla vita quotidiana, riuscendo a entrare subito nel cuore delle persone.
La sua santità lo ha portato a indicare le vie del rinnovamento nel grande solco della tradizione.
Papa Giovanni Paolo II - Perchè santo?
Giovanni Paolo II era un "uomo di preghiera". Il centro della sua vita
era costituito dall'Eucaristia.
La vita interiore era caratterizzata da un totale
abbandono al materno aiuto della Beata Vergine Maria come si vide dopo
il tragico attentato del 1981 o durante la dura
prova dell'avanzamento della malattia.
Ringraziava sempre e attribuiva a Dio i meriti di
ogni dono ricevuto.
L'infanzia non facile, segnata da tre lutti, e
l'entrata in seminario proprio nel periodo in cui la guerra ne aveva
imposto la chiusura, corroborarono il suo coraggio.
Come Arcivescovo di Cracovia mai esitò davanti ai
numerosi ostacoli posti dal regime comunista polacco al diritto di
professare la propria fede.
Con fortezza seppe intervenire a favore dei diritti
delle persone, senza sommuovere tuttavia l'ordine pubblico.
Il primo motto "Non abbiate paura! Aprite, anzi
spalancate le porte a Cristo!" pronunciato durante la celebrazione di
apertura del ministero segnò il programma del suo
lungo Pontificato, rimanendo vivo nei cuori dei fedeli anche dopo la sua
morte.
Il 13 maggio 1981, giorno dell'attentato, ebbe dal
Signore la grazia di poter versare il proprio sangue in nome della fede,
come egli stesso disse in riferimento all'accaduto.
Nelle numerose sofferenze morali e durante la
malattia fisica Egli giunse ad annunziare il prezioso valore salvifico
della sofferenza umana unita al mistero della Croce di Cristo.
Ha sostenuto l'anelito alla libertà dei popoli
oppressi da vari regimi e totalitarismi, affermando la dignità
inviolabile di ogni essere umano.
Ha promosso e rinvigorito il dialogo ecumenico,
cercando l'unità e la pace nella viva speranza di una futura piena
comunione coi fratelli separati.
Un segno straordinario della sua speranza fu la
fiducia che ripose nei giovani, speranza della Chiesa del domani.
Diede da mangiare e da vestire ai bisognosi, si
prese cura dei senza tetto, condivise il dolore dei sofferenti, destinò
loro denaro di sua proprietà,
visitò ammalati e prigionieri. Nondimeno, istruì,
consigliò, consolò gli smarriti di cuore, offrì il proprio perdono
all'attentatore
e a quanti l'avevano offeso, sopportò con pazienza
le persone a lui ostili.
Verso la fine degli anni '90, apparvero i primi
sintomi del "morbo di Parkinson", che piano piano lo ridusse ad
esercitare
il suo ministero da "una sedia a rotelle". Tutti
hanno vissuto con particolare partecipazione e ammirazione
la forza con cui seppe affrontare, specie negli
ultimi anni, gli impegni pastorali in quelle difficili condizioni.
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