apr 04 2014
Quinta domenica di Quaresima
Scritto da Angela Fariello   
venerdì 04 aprile 2014

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 La prima motivazione per evangelizzare è l'amore di Gesù che abbiamo ricevuto, l'esperienza di essere salvati da Lui
che ci spinge ad amarlo sempre di più.
Però, che amore è quello che non sente la necessità di parlare della persona amata, di presentarla, di farla conoscere? 

 

Se non proviamo l'intenso desiderio di comunicarlo, abbiamo bisogno di soffermarci in preghiera per chiedere a Lui che torni ad affascinarci.
bbiamo bisogno d'implorare ogni giorno, di chiedere la sua grazia perché apra il nostro cuore freddo e scuota la nostra vita tiepida e superficiale.
Posti dinanzi a Lui con il cuore aperto, lasciando che Lui ci contempli, riconosciamo questo sguardo d'amore che scoprì Natanaele il giorno in cui Gesù si fece presente e gli disse: «Io ti ho visto quando eri sotto l'albero di fichi» (Gv1,48).
Che dolce è stare davanti a un crocifisso, o in ginocchio davanti al Santissimo, e semplicemente essere davanti ai suoi occhi! Quanto bene ci fa lasciare che Egli torni a toccare la nostra esistenza e ci lanci a comunicare la sua nuova vita! Dunque, ciò che succede è che, in definitiva, «quello che abbiamo veduto  udito, noi lo annunciamo» (1 Gv 1,3).
La migliore motivazione per decidersi a comunicare il Vangelo è contemplarlo con amore, è sostare sulle sue pagine e leggerlo con il cuore. Se lo accostiamo in questo modo, la sua bellezza ci stupisce, torna ogni volta ad affascinarci. Perciò è urgente ricuperare uno spirito contemplativo,che ci permetta di riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova. Non c'è niente di meglio da trasmettere agli altri.

Papa Francesco - Evangelii Gaudium n.264

 

COMMENTO

Il racconto di questa vicenda è molto animato; numerosi sono i personaggi che si muovono sulla scena. Al centro, come sempre, ci sta Gesù. Tutta la scena ruota attorno a Lui, alla sua presenza e alle sue parole. L'amico Lazzaro è morto e le sue sorelle nutrono un po' di risentimento verso Gesù: Dov'eri quando avevamo bisogno di te? Se fossi stato qui le cose sarebbero andate diversamente!
Marta e Maria sono chiuse nel loro dolore e nelle loro attese e in questo atteggiamento quanto ci assomigliano! Anch'io vorrei un Dio che fa quello che dico io: tu mandi un sms e subito il problema è risolto, alzi bandiera bianca e lui è lì servizievole e premuroso a tirati fuori dai guai.

Ma forse è giunto il momento di uscire dalla nostra fede piccola.
Il Dio di Gesù Cristo ci mette in un cammino autentico di fede adulta. Gesù ci rivela un Dio che ci salva "nella" morte, condividendo con noi il peso della sofferenza e della paura.

La fede non cambia i fatti o le cose, ma il nostro modo di leggerli, i nostri occhi, il nostro sguardo. Il dolore rimane dolore, ma sai che non sei solo, che Lui è con te. La salvezza donata da Gesù è prima di tutto la salvezza dalla disperazione della solitudine. Lui è l' Emmanuele, il Dio con noi! La resurrezione di Lazzaro è un' anticipazione della grande notizia della Pasqua: la morte è sconfitta, non è più l'ultima parola sulla vita dell'uomo!

 

 

 

PREGHIERA

 

Signore, fa' che la tua "voce che chiama"
raggiunga anche me, e la tua Parola che pronuncia il mio
nome vinca la mia sordità e liberi il desiderio,
a volte soffocato, di dirti: "Eccomi!".
Fa' che il mio nome pronunciato da Te
investa tutta la mia persona
e mi risvegli alla mia dignità e vocazione.
Risponderti vorrà dire per me uscire dal "mio" mondo,
per guardare il mondo con i tuoi occhi
e incontrare la vera libertà, quella che sa tessere
trame di fraternità e di speranza.
Il mio nome, allora, sarà nuovo, sarà un tutt'uno
con il dono d'amore che hai messo nella mia vita.
Amen! 

 

 

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