Seconda Domenica di Avvento |
Scritto da Angela Fariello | |
domenica 08 dicembre 2013 | |
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!
Giovanni è la lucerna, Cristo la luce vera
Giovanni sembra interposto quasi limite dei due Testamenti, dell'Antico e del Nuovo. Impersona così l'Antico e si fa banditore del Nuovo. Quanto all'Antico, nasce da vecchi; prefigurando il Nuovo, è chiamato profeta fin dal grembo materno. Poichè, non ancora nato, al sopraggiungere di Maria, balzò di gioia in seno della madre. Fin d'allora veniva designato; era già eletto prima di nascere: viene presentato quale precursore di colui dal quale non era stato ancora venduto. Questi sono eventi divini, superiori alla debolezza umana. Detto in breve, nasce, riceve il nome, si scioglie la lingua del padre. Se Giovanni avesse presentato se stesso, la bocca di Zaccaria non si sarebbe schisa. Si scioglie la lingua perchè nasce la voce; quando infatti a Giovanni, ormai impeganto ad annunziare il Signore, fu chiesto: Tu chi sei? (Gv 1, 22), rispose: Io sono voce di uno che grida nel deserto (Gv 1, 23).
Agostino, Discorso 293,2-3
COMMENTO AL VANGELO
PER LA RIFLESSIONE
Basta guardare un notiziario per cadere in depressione.
Oggi Giovanni il folle ci scuote con parole che schiaffeggiano, invece di accarezzare. Il Battista, con la sua vita, proclama il primato di Dio sulla Storia, richiama tutti ad uscire da una visione stereotipata e immobilista della fede per incontrare l'inaudito di Dio. Persone ragguardevoli e devote come i farisei sono duramente criticate perchè la loro grande fede è rovinata da un ritualismo e da un moralismo esasperato. Giovanni li scuote: non basta fare gesti (audaci) come ricevere il Battesimo per convertirsi, occorre cambiare vista, prospettiva, pensiero, abitudine. È un monito indirizzato a chi, tra noi, è già discepolo: siamo chiamati ad interrogarci continuamente sul rischio dell'abitudine alla fede. Anche la più autentica devozione rischia di sconfinare nell'esteriorità, svuotando la fede dall'incontro con Dio. |