mar 10 2024
Quinta domenica di Quaresima
Scritto da Angela Fariello   
domenica 10 marzo 2024

 

In questa quinta domenica, Gesù ci rende partecipi di un suo profondo sentimento:

«Adesso l'anima mia è turbata».

Il dolore fisico che Gesù dovrà

patire è anticipato dalla sofferenza interiore:

dovrà anche lasciare, alla maniera umana, tutti i ricordi e tutti gli affetti più cari.

Nel vangelo di questa domenica Gesù si mostra a noi nella sua "santa umanità".

Dal cielo il Padre si fa prossimo e si fa udire non solo dal Figlio per confermarlo nel suo amore.

 

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IL VANGELO

 

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».


Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome». 


Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

 

 

 

MEDITARE E RIFLETTERE

 

Stupisce che Filippo, alla richiesta dei Greci di voler vedere Gesù, non sia andato a dirlo direttamente a Gesù, ma lo abbia riferito prima ad Andrea, per poi, insieme, andare da lui. Probabilmente questa scelta evidenzia il modo adottato dagli Apostoli, secondo l'uso giudaico del tempo e come voluto da Gesù, di andare a due a due (cf Mc 6,7). Un modo che suggerisce, anche a noi che leggiamo oggi, come muovere i nostri passi nel cammino della fede: insieme, non da soli; perché uno possa essere sostegno all'altro e viceversa. E quando uno si fa sostegno all'altro si pone come il Cristo Salvatore al fianco dell'abate Mena. 


Anche in altre pagine dei Vangeli, Filippo eAndrea sono citati insieme, come per esempio, nel racconto della Moltiplicazione dei pani (Gv 6, 1-13). Filippo eAndrea erano della stessa città (cf Gv 1,44) e probabilmente si conoscevano ancor prima di mettersi alla sequeladi Gesù. Andrea è stato il primo degli Apostoli a seguire Gesù: era uno dei discepoli di Giovanni ai quali fu detto:«Ecco l'Agnello di Dio!», uno dei due che, circa alle quattro del pomeriggio, andò e vide dove abitava il Maestro(Gv 1,35-40).

 
Filippo e Andrea sono "compagni di viaggio" nella vita e alla sequela di Gesù. E il Vangelo di oggi ci mostra che anche Gesù, nel suo dirigersi verso Gerusalemme, non è mai del tutto solo: lo accompagnano gli apostoli, lo seguono i discepoli. Il Padre non lo abbandona mai, anche quando il silenzio tutt'intorno sembra farsi assordante: «Ecco, viene l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo: ma io non sono solo, perché il Padre è con me» (cf Gv 16,32).

L'icona dell'amicizia a cui guardiamo oggi può farci da specchio nel nostro accompagnare un amico, nell'essere accompagnati da un amico o dall'Amico per eccellenza, Cristo Salvatore.

 

«Signore, vogliamo vedere Gesù» (cf Gv 12,21). «Mostraci il Padre» (cf Gv 14,8), dirà lo stesso Filippo. Vedere Dio è il desiderio iscritto nel cuore di ogni uomo. Il primo uomo era alla presenza di Dio e lo vedeva perché i suoi occhi erano simili ai suoi.

 

«Delphine Horvilleur [...] riesuma una sorprendente interpretazione della nudità di Adamo ed Eva, sostenuta anche da Filone di Alessandria: la pelle con cui furono rivestiti da Dio, dopo la caduta, sarebbe  tata proprio la pelle, la nostra pelle umana. [...] Ciò significherebbe che nello stato dell'Eden l'uomo era sprovvisto di pelle, non separato dal mondo, trasparente al suo prossimo. La caduta corrisponderebbe non alla perdita di un'ingenuità, ma alla fine di uno stato originale luminoso e trasparente al quale succede un'entrata nel mondo dell'oscurità» (Anne Lécu). 


Secondo questa interpretazione, allora, era necessario che Dio si facesse uomo, che assumesse la condizione umana, perché l'uomo potesse vedere Dio guardarlo con i suoi stessi occhi, di carne. E decidersi per la sequela. Perché visto da Dio con occhi umani, l'uomo può tornare a guardare, a vedere Dio con gli occhi della fede. Ecco perché sono «beati quelli che non hanno visto e hanno creduto» (cf Gv 20,29): perché hanno visto con gli occhi della fede. Ed è in questo toccarsi di sguardi che si compie il miracolo della Salvezza, che apre le porte, nella libertà, alla conversione. Cristo è l'icona vivente di Dio. Ed ecco che «quando sarò innalzato da terra», quando sarò ben visibile a tutti sulla croce «attirerò tutti a me», ha detto oggi Gesù. Il motivo per il quale è «giunto a quest'ora».


Tornando all'opera d'arte di questa domenica: nel nostro camminare insieme, gli occhi di ciascuno, Signore, siano come i tuoi; abbiano il tuo stesso sguardo che salva per la Vita eterna.

 

 

C'è qualcosa che mi sta turbando profondamente? Cosa sento di confidare al Signore?
Sono capace di riconoscere la presenza di Cristo Salvatore nella mia vita? Ho mai sperimentato la sua amicizia?
Guardando il Cristo crocifisso e risorto cosa sento in me? Cosa desidero affidargli?

 

 

 

PREGARE

 

 Apri la mia mente, Signore.
La mia bocca parli o taccia per amore della tua Parola.
Il mio cuore ascolti la tua Parola,
la comprenda e la custodisca per il tempo opportuno.

 

 

Fonte: Conferenza Episcopale Pugliese    

 

 

 

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