Venerdì Santo |
Scritto da Angela Fariello | |
giovedì 09 aprile 2020 | |
Vegliare per comprendere un amore senza limiti
di Jean Corbon Ed ecco che è il Signore ad incontrarci, a incontrare ciascuno nella forma particolare di morte in cui si trova immerso. Gesù "esce", viene a noi, perché gli è insopportabile che ci troviamo nella morte. Egli viene dal Padre, da solo, rischia se stesso. "Non è per scherzo che ti ho amata" diceva di essersi sentita dire da Gesù una mistica medievale. Non è per far finta di essere uomo! Durante la sua agonia, Gesù ha vissuto in tutto il suo essere, infinitamente più sensibile del nostro, in tutta la sua umanità, la fondamentale ripugnanza che l'uomo prova di fronte alla morte. Gesù ha affrontato la nostra morte, e l'ha affrontata da solo. Essendo appassionato di ciascuno di noi, egli ha vissuto la nostra morte, la mia, quella del fratello che mi sta accanto, quella di ogni uomo. E Gesù va verso il Padre, non si ferma. L'amore estremo lo trascina.
È la
grande onda, la tempesta che lasciava intravvedere la prima teofania sul
Sinai, l'uragano di vita che nulla può arrestare, ma che porta tutto via con sé
al proprio passaggio.
Egli ci trascina verso il Padre. Tornato a lui, non è più
solo, ma con noi, con tutti i figli del Padre.
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