Messaggio del Parroco
Carissimi fratelli e sorelle, giungiamo al termine dell'Anno
liturgico. Le parole fine e inizio si incrociano con la celebrazione di Tutti i
Santi, la commemorazione dei fedeli defunti, le domeniche di novembre e quelle
di dicembre di Avvento e Natale., nelle quali siamo invitati a rivolgere lo
sguardo in alto, a distoglierlo dalle cose che passano perché sappiamo che «non
abbiamo quaggiù una citta stabile ma andiamo in cerca di quella futura» (Eb
13,14).
Se alla parola fine si collegano sovente pensieri e sentimenti di
insicurezza e a volte di paura, la parola inizio è come un fiore che sboccia,
ci rallegra il cuore, ci mette le ali ai piedi per continuare la strada
intrapresa che, sappiamo, ha come meta la nostra configurazione a Cristo
Maestro, «il più bello dei figli dell'uomo» (Sal 44, 3). È Lui, infatti, il
fine, il centro, il Signore della storia e con Lui svaniscono incertezze e
paure.
Certo! Viviamo un tempo difficile con l'imperversare continuo
delle guerre che alimentano solo gli interessi politici e non tengono conto
della distruzione fisica e psichica, aumentano le calamità naturali come i
terremoti, le alluvioni, etc. causate anche dai comportamenti umani
irrispettosi degli ecosistemi, ogni giorno ascoltiamo notizie poco rassicuranti
per la vita e la sicurezza umana. Come credenti non lasciamoci rubare la fede,
la speranza e l'amore! Dio scrive diritto anche nelle righe storte della nostra
umanità e ogni fine è sempre un nuovo inizio.
La Bibbia ci insegna a valorizzare il nostro passato come il luogo
in cui l'opera di Dio si è manifestata. Alla parola fine, nella visione
cristiana, vanno collegate le dimensioni della memoria, del ringraziamento, del
pentimento. È il momento di ripercorrere tutto il cammino che il Signore ci ha
fatto compiere: «Ricordati di tutto il cammino che il Signore, il tuo Dio, ti
ha fatto fare» (Dt 8,2). A conclusione dell'Anno liturgico prendiamo consapevolezza
di quanto la nostra partecipazione al mistero di Cristo, rivissuto nella
liturgia, a partire dalla sua infanzia, dal ministero pubblico, dalla passione,
morte e risurrezione... abbia contribuito a renderci sempre più volto di Lui per
tanti fratelli e sorelle compagni di viaggio nel pellegrinaggio terreno. La Chiesa,
quale madre premurosa dei suoi figli, non ci ha lasciato mancare i mezzi di
grazia favorevoli alla nostra crescita, soprattutto offrendoci l'azione sacramentale.
Così le nostre comunità, con la celebrazione della prima fase del Sinodo, nell'ascolto
e nel discernimento in comune, hanno sperimentato il metodo della conversione nello
Spirito che ha segnato profondamente la fase consultiva del cammino sinodale.
Abbiamo potuto fare esperienza di quanta ricchezza spirituale ci sia nel cuore
di tutti e, nello stesso tempo, siamo cresciuti nella gioia di essere parte di
un noi.