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Nuntio Vobis
mar
27
2021
Riflessioni
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Scritto da Angela Fariello
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sabato 27 marzo 2021 |
PER LA RIFLESSIONE (padre Paul Devreux)
Ogni nostro grido può sembrare una sconfitta,
ma se viene affidata al Padre, ha la forza di far tremare la pietra di ogni
sepolcro.
Ecco l'uomo! Ed appare al balcone
dell'universo il volto di Gesù intriso di sangue. Il dolore sotto cui vacilla è
il dolore di tutti gli uomini che hanno sofferto prima di lui. Tutti gli orrori
che incombono sull'umanità sono precipitati nella croce.
Ecco il Figlio di Dio! E appare nel cuore
della terra il patire di un Dio appassionato. Passione eterna. «Dio prima patì
e poi si incarnò. E quale fu la sofferenza di cui prima patì? Fu sofferenza
d'amore, passione per l'uomo. Caritas est passio» (Origene). Amore è passione.
C'è un dolore d'amore che è bellezza, misteriosa bellezza, terribile bellezza,
grazia che non riesco ad avere, che posso solo invocare! E contemplare in
Cristo. Come le donne al Calvario, che stavano ad osservare da lontano. Gesù
non ha avuto nemici tra le donne, solo fra loro non aveva nemici (F. Querè).
Ultimo nucleo fedele, sono con il Cristo, non possono staccare gli occhi da
lui, si immergono in lui. Primo nucleo di chiesa, quelle donne guardano Gesù
con lo stesso sguardo di passione con cui Dio guarda l'uomo.
La chiesa nasce
lì, dalla contemplazione del Crocifisso amore. A fare il cristiano non sono i
riti religiosi, ma il partecipare alla sofferenza di Dio nella vita terrena (D.
Bonhoffer).
Veramente questo uomo era Figlio di Dio!
Prime parole di un uomo, quando la Parola di Dio nel mondo non è più parola, è
diventata grido, poi è diventata muta. Parole di un soldato, esperto di morte.
Che cosa ha visto nell'agonia di un morente, da fargli pronunciare il primo
atto di fede cristiano? Lui, esperto di morte, in quella morte ha visto Dio.
L'ha visto nella morte, non nella risurrezione. Morire così è cosa da Dio, è la
rivelazione. Scendi dalla croce, gridavano. Ma se scende non è Dio, ragiona
ancora in termini di potenza, è ancora la logica umana che vince, è solo un
uomo.
Solo un Dio non scende dal legno. Si consegna alla Notte, si abbandona
all'Altro per gli altri. Rappresentandoci tutti nei nostri abbandoni, nelle
desolazioni, nelle notti. E so che non capirò mai del tutto, ma so anche che
Cristo non è venuto nel mondo perché noi lo comprendessimo, ma perché ci
aggrappassimo a lui, per afferrarci alla croce e lasciarci semplicemente
trasportare da lui, su verso il grande Regno della vita.
Ogni nostro grido, ogni abbandono, può
sembrare una sconfitta. Ma se è affidato al Padre, ha il potere, senza che noi
lo sappiamo, di far tremare la pietra di ogni nostro sepolcro (L. Pozzoli).
Tutto il Vangelo è corrispondere al crocifisso Amore con il nostro umile,
crocifisso amore. Tutta la fede è abbandonarci all'abbandonato amore.
PER LA PREGHIERA
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mar
20
2021
Riflessioni
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Scritto da Angela Fariello
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sabato 20 marzo 2021 |
Oggi Gesù ci invita a guardare la forza e la bellezza di un piccolo seme
che posto nella terra, la vivifica e feconda.
Gesù è il seme di vita che affonda nelle zolle della nostra umanità.
dal Vangelo secondo Giovanni (12,23-28)
Gesù disse: «È giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà.
Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome».
Meditazione
(padre Raniero Cantalamessa)
"Se il chicco di grano non cade in terra e non muore, rimane solo; se invece muore, porta molto frutto". Non è il solo insegnamento che Gesù trae dalla vita dei contadini.
Il Vangelo è pieno di parabole, immagini e spunti tratti dall'agricoltura che era a suo tempo (ed è ancora oggi per diversi popoli) la professione che occupa il
maggior numero di persone. Egli parla del seminatore, del lavoro dei campi, della mietitura, di grano, vino, olio, del fico, della vigna, della vendemmia...Ma Gesù non si fermava naturalmente al piano agricolo.
L'immagine del chicco di grano gli serve per trasmetterci un sublime insegnamento che getta luce, prima di tutto, sulla sua vicenda personale e poi anche su quella dei suoi discepoli. Il chicco di grano è, infatti, anzitutto Gesù stesso. Come un chicco di frumento, egli è caduto in terra nella sua passione e morte, è rispuntato e ha portato frutto con la sua risurrezione.
Il "molto frutto" che egli ha portato è la Chiesa che è nata dalla sua morte, il suo corpo mistico.
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mar
07
2021
Riflessioni
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Scritto da Angela Fariello
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domenica 07 marzo 2021 |
Oggi, terza domenica di Quaresima,
i piedi di Gesù ci portano
nel tempio di Gerusalemme,
lì Gesù ci chiede di liberare il cuore per fare spazio solo a Dio.
Lui havinto il peccato
e la corruzione del cuore
e ci annuncia la sua risurrezione:
dopo tre giorni risorgeremo con Lui!
dal Vangelo secondo Giovanni (2,13-21)
Si avvicinava i la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà. Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava
del tempio del suo corpo.
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feb
26
2021
Riflessioni
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Scritto da Redazione
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venerdì 26 febbraio 2021 |
Oggi, seconda domenica di Quaresima,
proseguiamo il cammino seguendo
le orme di Gesù.
I suoi piedi ci portano su un alto monte, lì Gesù si trasfigura.
I discepoli hanno paura e non comprendono,
ma Gesù li invita ad ascoltare la sua Parola.
dal Vangelo secondo Marco (9,2-8)
Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche.
E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne,una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire,perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dallanube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!». E improvvisamente,
guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù, solo, con loro.
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