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mag 19 2010
Domenica di Pentecoste PDF Stampa E-mail
Scritto da Redazione   
mercoledì 19 maggio 2010
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La Pentecoste segna lo zenit dell'economia, cioè del disegno divino che si attua nella storia: perchè la Pasqua di Cristo, che è il cuore nella storia, ha nello Spirito Santo il suo frutto supremo. E' come se, con la morte di Cristo in croce, si fosse spezzata una diga e così la vita divina, prima raccolta nella sua umanità ha invaso il mondo. Non dice Paolo che Egli, con la resurrezione è diventato "spirito vivificante", capace cioè di comunicare a tutti il suo spirito? La sera di Pasqua Egli appare ai discepoli raccolti nel cenacolo, e con gesto profetico "alita su di loro" dicendo: "ricevete lo Spirito Santo". Impossibile non pensare all'alba della creazione quando Dio alita sulla creta che ha plasmato e le infonde la sua vita: e così balza fuori l'uomo vivente. Ora è il Risorto che alita sui suoi per una nuova creazione. E l'alito del Risorto è lo Spirito Santo. Dopo cinquanta giorni lo stesso Spirito investe gli Apostoli sotto forma di lingue di fuoco e ne fa gli iniziatori del nuovo popolo. Certo la Pasqua è il vertice della vita di Cristo, ma senza la Pentecoste essa sarebbe un avvenimento lontano, incapace di afferrare la nostra vita. Se la Pasqua è "oggi" e non un semplice avvenimento passato,è grazie allo Spirito. 

E' Lui che attualizza il Criso: lo rende contemporaneo a tutti i tempi e rende pernemmente attuale anche la sua opera.
Atenagora  lo espresso un giorno con la sua vivacità orientale: "senza lo Spirito Santo Dio è lontano, il Cristo resta nel passato, il Vangelo lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, il culto un arcaismo... Ma nello Spirito Santo il cosmo è mobilitato per la generazione del Regno, il Cristo risorto si fa presente, il Vangelo si fa potenza e vita, la Chiesa realizza la comunione trinitaria, la liturgia è memoriale e anticipazione". L'azione dello Spirito si dispiega anzitutto in ogni singolo credente: e lì appare come principio di interiorizzazione. Penetrando nel cuore, vi accende il fuoco del suo amore. Diventa il principio vitale che agisce intimamente ma potentemente nel cristiano e lo modella ad immagine di Cristo. Così la storia sacra continua nelle membra di Cristo: ma a una storia fatta di eventi esterni ne succede un'altra fatta di eventi interiori, di cui lo Spirito è l'agente.
L'azione dello Spirito si dispiega poi nell'intera Chiesa: con un influsso molteplice:vivifica e ringiovanisce la Chiesa. L'oriente lo ha ripetuto instancabilmente: lo Spirito fa nuove tutte le cose. E' bello vedere dopo venti secoli di storia questa Chiesa sempre viva. In certe zone sembra stanca, ma in molte altre dimostra una vitalità sorprendente. E anche in questa vecchia Europa decadente quante iniziative nuove suscita lo Spirito! In particolare egli ringiovanisce il Vangelo e la Parola, e ci aiuta a riscoprirli, a leggerli con occhi nuovi: e allora abbiamo l'impressione di scoprire "un quinto evangelio" mai letto (M. Pomilio), è così che lo Spirito " apre alla conoscenza della Verità tutta intera". Ha ragione il cardinale Suenens di professare "credo alle sorprese dello Spirito Santo".

Lo Spirito è poi per la Chiesa e per il mondo una forza di coesione. Egli "riempie l'universo e tutto unisce", si canta oggi all'ingresso. Col moltiplicarsi delle tensioni, mentre tante diversità tendono a degenerare in contrasti, da chi se non dallo Spirito di Cristo che è venuto a raccogliere i figli di Dio che erano dispersi, attenderemo l'armonia e la composizione nella carità di tutte le differenze? E' proprio mostrandoci capaci di unità che noi testimoniamo lo Spirito.
E finalmente è forza di espansione, che apre alla Chiesa gli orizzonti del mondo. Se per assurdo la Chiesa primitiva si fosse chiusa nel ghetto, sarebbe stata la sua fine. E invece lo Spirito fa uscire gli apostoli dal cenacolo  e li mette a contatto con una popolazione cosmopolita. Da allora si lancia per le strade del mondo, mostrandosi capace di assumerne tutte le culture. E' quella Chiesa per il mondo che il Concilio ci ha presentato nella Gaudium et Spes.

 

Padre Mariano Magrassi   

 

 

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