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dic 05 2020
Seconda Domenica di Avvento PDF Stampa E-mail
Scritto da Angela Fariello   
sabato 05 dicembre 2020
 
 Oggi accogliamo la voce di un profeta: Giovanni Battista.
Lui è l'amico dello Sposo che ci invita a preparare la via del Signore.
Gesù bussa alla nostra porta, apriamogli e presto sarà un Natale di gioia.
Accendiamo oggi la seconda candela dell'Avvento.
 
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In ascolto della Parola: 

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Mc 1, 1-8
Meditiamo insieme (papa Francesco, Angelus, 10 dicembre 2017)

Domenica scorsa abbiamo iniziato l'Avvento con l'invito a vigilare; oggi, seconda domenica di questo tempo di preparazione al Natale, la liturgia ce ne indica i contenuti propri: è un tempo per riconoscere i vuoti da colmare nella nostra vita, per spianare le asperità dell'orgoglio e fare spazio a Gesù che viene. Il profeta Isaia si rivolge al popolo annunciando la fine dell'esilio in Babilonia e il ritorno a Gerusalemme.
Egli profetizza: «Una voce grida: "Nel deserto preparate la via al Signore [...]. Ogni valle sia innalzata"». Le valli da innalzare rappresentano tutti i vuoti del nostro comportamento davanti a Dio, tutti i nostri peccati di omissione. Un vuoto nella nostra vita può essere il fatto che non preghiamo o preghiamo poco. L'Avventoè allora il momento favorevole per pregare con più intensità, per riservarealla vita spirituale il posto importante che le spetta. Un altro vuoto potrebbe essere la mancanza di carità verso il prossimo, soprattutto verso le persone più bisognose di aiuto non solo materiale, ma anche spirituale. Siamo chiamati ad essere più attenti alle necessità degli altri, più vicini. Come Giovanni Battista, in questo modo possiamo aprire strade di speranza nel deserto dei cuori aridi di tante persone.

Riflessione

 

L'inizio del vangelo di Marco delinea l'itinerario complessivo che l'evangelista vuol fare con i suoi destinatari. L'inizio di cui si parla non è solo il cominciamento dell'opera, ma è una realtà più profonda.

"Inizio" è infatti la stessa prima parola che troviamo nel libro della Genesi dove si dice che Dio "In principio creò il cielo e la terra". Ciò che Dio fa in principio è valido sempre, appartiene nello stesso tempo al nostro passato, al nostro presente e anche al nostro futuro.

Cosa aggiunge Marco all'inizio di cui parla la Genesi? Che Dio non è solo creatore ma è anche il Padre di Gesù, la buona notizia, il vangelo, fatto persona. Tutto ciò che verrà detto di lui nel vangelo è detto per comunicare la buona notizia. Subito dopo ci viene presentato Giovanni, l'amico dello sposo, il precursore. Lui non è geloso di Gesù, sa prendere con gioia il secondo posto, perché sa di non essere, lui il messia atteso da Israele, anche se però è indispensabile per poterlo riconoscere e comunicare agli altri.


Per questo è lo stesso Giovanni a fare un paragone tra il battesimo da lui compiuto in acqua e quello di Gesù ottenuto per mezzo dello Spirito Santo. Non ha problemi, ilmessaggero del Signore, ad esplicitare le priorità, a presentare una classifica nella qualelui stesso non si colloca in cima al podio.
Del resto, lui ha solo preparato la via ed è quello che chiede di fare anche a noi: spianare al Signore una strada interiore. Come? Mettendo Lui in cima alla classifica delle nostre priorità, osservando una condotta onesta, disseminando lungo il sentiero opere buone e solidali, in modo che Dio cammini in noi senza incontrare ostacoli.

 

 

Invocazione

 

 Signore, fai che il mio cuore non si inorgoglisca

e che io non cerchi ciò che è superiore
alle mie forze.

Fa' crescere in me lo spirito di collaborazione

leale con le persone che
mi metterai accanto.

 

 

Proposta tratta dal sussidio "Parola al gioco " per gli oratori realizzato dal Comitato nazionale Anspi e dal Sussidio CEI "Camminiamo nella speranza"

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