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nov 28 2020
Prima domenica di Avvento PDF Stampa E-mail
Scritto da Angela Fariello   
sabato 28 novembre 2020
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In ascolto della Parola:

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all'improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Mc 13, 33-37
Riflessione

"Non sapete quand'è il momento" dice Gesù nel Vangelo di oggi che inaugura l'Avvento.
È un periodo tutto particolare, una sorta di allenamento a spezzare gli schemi e le consuetudini. Da un lato comincia la preparazione del Natale non solo quella liturgica, ma anche quella della pancia e del portafoglio: cene, cenoni, pranzi e regali - "cosa riceverò quest'anno?".

Tutto questo ha un suo senso che rischia però di farci perdere di vista il bersaglio vero.

Il vangelo ce lo ricorda: Gesù il Signore arriva quando non lo immagini. Noi invece ce lo immaginiamo di continuo un po' come mettere le statuine del presepe. Lo abbiamo sempre fatto e lo rimettiamo lì, magari comprando due pastori in più o una fontanella con l'acqua che scorre. Così come mettiamo la notte di Natale la statuina del bambinello così pensiamo di poter collocare noi il Signore nella nostra vita, pensiamo di poterlo gestire come ci sembra meglio.

Il vangelo ci ammonisce del contrario. Il Signore è vivoe arriva quando decide di farlo. Per questo occorre essere allenati a riconoscerlo e il
periodo che stiamo vivendo vuole aiutarci a questo. Non è una minaccia che il Signore ci fa, ma l'invito a non sprecare nemmeno un istante della nostra vita.

Ogni giorno va vissuto in pienezza perché lui sta per arrivare. Il rischio che si corre infatti è quello di addormentarsi, ovvero di perdere di vista l'obiettivo della propria vita.

Ci si può assopire perché si mangia troppo, perché si sta troppo al computer o alla televisione, perché ci si lascia prendere da ciò che ci allontana da lui. Per questo occorre prepararsi.

Il nostro allenamento allora non significa solo tenersi in forma, significa anche predisporsi per essere pronti ad accogliere sempre nuove sfide e vivere nuove situazioni. Gesù chiede ai suoi discepoli proprio questo tipo di "allenamento" fatto di concentrazione e sollecitudine. E non chiede questa preparazione solo per i suoi discepoli... è a tutti noi che parla in modo esplicito, in un richiamo che non può essere frainteso: vegliate, preparatevi, allenatevi!

 

 

Invocazione


Aiutami Signore ad essere una persona vigile,

che non cade nel sonno delle distrazioni,


aiutami ad accettare le sfide che la realtà mi offre,

per saperti riconoscere nel momento
in cui arriverà

 

 

 

Proposta tratta dal sussidio "Parola al gioco " per gli oratori realizzato dal Comitato nazionale Anspi


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